In un suo articolo Luigi Carpineti confronta i principi di Papa Francesco e di Carlo Marx

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In un suo articolo Luigi Carpineti confronta
i principi di Papa Francesco e di Carlo Marx

Idee comuni del Pontefice e dell'autore del Capitale su diversi punti

di Luigi Carpineti

Carlo Marx e Papa Francesco
Carlo Marx e Papa Francesco

Si vuol qui stabilire un rapporto-confronto tra l’Enciclica di Francesco Laudato si, sulla cura della casa comune e i Manoscritti economico filosofici del ’44 di Karl Marx.

In entrambi i casi infatti sono centrali l’ambiente e l’uomo.

Marx individua nelle relazioni economiche la struttura fondamentale della società.

Papa Francesco sottolinea la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune con la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile ed integrale.

L’Enciclica poggia sul principio della massimizzazione del profitto che tende ad isolarsi da qualsiasi altra considerazione.

Una distorsione concettuale dell’economia: se aumenta la produzione interessa poco che si produca a spese delle risorse future o della salute dell’ambiente: se il taglio della foresta aumenta la produzione, nessuno misura in questo calcolo la perdita che implica desertificare un territorio, distruggere la biodiversità o aumentare l’inquinamento.

Karl Marx nei Manoscritti economici filosofici, attraverso una approfondita lettura dei classici dell’economia politica, si impadronisce degli strumenti della scienza già allora abbastanza complessa. Esplora questioni quali il salario e il profitto la rendita e l’accumulazione capitalistica.

La conclusione è l’analisi dell’alienazione della vita del proletario. Il fatto negativo di fondo è che egli finisce col non possedere più né la propria vita né il proprio lavoro.

Francesco evidenzia in modo sintetico due metodi molto differenti di concepire l’economia e la società: Quello della finanza e quello dell’economia fisica e reale.

Nel primo dominano le forze invisibili del mercato e il calcolo dei costi e dei benefici. In questo vince chi riesce a pagare meno il lavoro, le materie prime e i mezzi di produzione e riesce poi a vendere a prezzo migliore, il più alto, il bene o il servizio prodotto. Il successo quindi è misurato dal profitto finanziario. Questi comportamenti sommati formano il Pil di un paese, l’ammontare della sua ricchezza.

Nel sistema di economia fisica e reale il profitto invece si calcola dopo che tutto ciò che è stato usato nel processo produttivo viene reintegrato ed anche migliorato. Il che significa che l’ambiente usato deve essere ripagato riportandolo alle sue potenzialità esistenti all’inizio del processo. Il profitto fisico però è essenziale per lo sviluppo che si può ottenere attraverso la reale crescita della produttività con l’applicazione delle nuove tecnologie derivanti dalle continue scoperte scientifiche.

Non è utopia, può sembrarlo ma non lo è.

L’Enciclica sottolinea che la crisi del 2007-2008 non ha portato ad una reazione capace di ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo

Domenica 31 gennaio 2016

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