di Antonella Vella
Perché non dipingi?
Questa domanda è stata formulata diverse volte nel corso di anni durante i quali la passione e la dolcezza venivano vissute attraverso partecipazioni ad eventi, mostre e la nostra artista acquisiva consapevolezza di una cultura atta a stupire persino se stessa.
Gabriella Oliva comprende che può solo abbandonarsi alla scultura che per lei è magia allo stato puro, la rapisce, la coinvolge raccogliendo i suoi disegni inespressi, la forma intrinseca dei suoi pensieri e della sua visione della realtà.
Il suo cammino viene dapprima intrapreso con un corso di 3DS MAX per architettura e rivela subito il notevole pregio della nostra artista allorchè curiosa ed intraprendente si affaccia nel mondo dei laboratori del corso serale al liceo artistico Klee Barabino. Insegnanti stimati e professionisti affermati quali Francesco Cento, Tiziana Colbani e Luisa Caprile sono ancore per una mente in continua evoluzione, sono l’accordo necessario perché ella si riveli in tutta la sua composta virtù.
Gabriella Oliva assapora lo studio della storia dell’arte da fine ‘800 ai giorni nostri, si ispira con le superbe lezioni del Prof. Grosso e si rende autonoma con l’esaltazione dell’arte libera, non su commissione perché esprime il suo talento inventivo ed il suo valore di esteta.
Quindi un pensiero che si tramuta in scultura dando vita alla gioia che scaturisce dalle sue opere, una visione che diventa emozione, scivola dalle dita ed assume colori, espressioni. Il suo studio è la sua anima, rappresenta la caratteristica di armonia che poggia su una dimensione che è propria dell’artista. Si sente, si tocca, si respira la passione che nasce in lei quando scolpisce, quando le ore non sono scandite, quando il tempo non ha tempo e quando non esiste una dimensione reale.
Con una spiccata sensibilità ed un’assoluta trasformazione di se stessa, Gabriella segue i materiali che lavora, dà forma alle sue creature, plasmandole, riflettendo un suo codice interiore che si concretizza con l’esecuzione delle sue opere.
Denominatore, spesso, comune delle sue sculture è la denuncia della realtà femminile attraverso la rappresentazione della donna in tutti i suoi aspetti, afferrandone a piene mani la vastità di emozioni e di ruoli che la suddetta figura ha assunto ed assume a tradimento, contro la propria volontà.
Libera di lavorare con le sue mani qualunque materiale, con stili poliedrici, universali, seguendo una dialettica che si rinnova giorno dopo giorno, l’artista ascolta il suo labirinto emotivo, segue i piccoli e minimi mutamenti del suo io più profondo e stravolge la sua vita svelando i significati che diventano chiari nella sua mente, lavorando e scolpendo interpretazioni uniche.
La scultrice Gabriella Oliva segue dunque il suo stato d’animo, le vibrazioni positive che lo accompagnano, la certezza di essere un fiume che scorre dove non c’è mai la stessa acqua, ma un continuo divenire.
Ed è il suo cercarsi e ritrovarsi attraverso dimensioni, forme, riflessioni ed introspezioni che fanno della sua arte un’opera assoluta, una passione che tesse l’anima e dona espressione al concetto di maestria: un patrimonio che può essere osservato, ma non descritto.
Lunedì 28 gennaio 2019
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