di Aldo Carpineti
Quantitative Easing
Letteralmente facilitazione quantitativa è il termine che nella stampa economica si usa per indicare una immissione di liquidità monetaria sul mercato non giustificata da un aumento del Pil (prodotto interno lordo).
Infatti la massa monetaria, cioè la quantità di soldi in circolo, è composta dal numero di banconote stampate più la somma di tutti i crediti (prestiti, buoni del tesoro etc) che rappresentano una disponibilità di soldi. Tale massa monetaria viene periodicamente aumentata all’aumentare del Pil.
Nei periodi di crisi economica in cui le imprese non investono e la gente non consuma e quindi il Pil non aumenta, non ci sono altri modi per far riprendere i consumi e gli investimenti che facilitare nuovi prestiti e/o stampare moneta, a costo di svalutare la propria moneta nei confronti delle altre monete.
La Banca Centrale Europea (Bce)
La Banca Centrale Europea è una istituzione della Unione Europea che ha il compito di stampare moneta, regolare il cambio con le altre monete mondiali e mantenere l’inflazione sotto il 2% annuo, ma non è ancora una vera banca centrale come la Federal Reserve americana perché, per statuto, non può coprire i debiti degli Stati che ad essa aderiscono (oggi sono 19) e non può neppure acquistare direttamente buoni del tesoro emessi dagli Stati membri.
La crisi in Europa
Oggi in Europa l’inflazione è quasi azzerata, i prezzi cioè non aumentano, perché i consumatori consumano meno e le imprese investono poco. Molti Stati non fanno investimenti pubblici perché hanno debiti elevati e la Banca centrale non può coprire i debiti degli Stati. Risultato: una disoccupazione intollerabile in molti paesi, fra cui l’Italia.
Nei 19 paesi dell’Euro ci sono Stati con debito basso (Germania, Finlandia, etc.) e Stati con debito alto (Grecia, Italia, etc.). Se si mettessero insieme i debiti di tutti i 19 paesi la somma sarebbe di un debito fra i più bassi al mondo, ma i paesi virtuosi non hanno intenzione di condividere i debiti dei paesi spendaccioni. Sembra una strada senza uscita.
Cosa ha fatto Draghi?
Draghi e la BCE hanno escogitato un piano che, pur rientrando nei loro poteri, può indirettamente aiutare l’economia a spendere e investire di più.
La Bce acquisterà 60 miliardi al mese per 18 mesi di buoni del tesoro (bond) sul mercato secondario, cioè non acquisterà i bond all’asta direttamente dallo Stato (cosa vietata dai trattati), ma acquisterà dalle banche e dalle altre istituzioni finanziarie i bond che le banche hanno già acquistato, un po come facciamo noi cittadini quando andiamo allo sportello della nostra banca e chiediamo di investire i nostri risparmi in Buoni del Tesoro, anche noi acquistiamo sul mercato secondario.
Perché questa operazione si può chiamare Quantitative easing, cioè un aumento di liquidità?
Perché le banche, sapendo che la Bce riacquisterà 60 miliardi al mese, possono tranquillamente acquistare ogni mese 60 miliardi in più di quanto normalmente acquistano e rivenderli alla Bce. I soldi così incassati dalla Bce li possono usare per finanziare cittadini e imprese e far così aumentare la massa monetaria.
Quali limiti ci sono?
Per superare le perplessità dei paesi virtuosi che in caso di fallimento di uno Stato perderebbero la parte di loro spettanza dei soldi investiti dalla Bce nell’acquisto di bond, la Bce ha adottato un compromesso: acquisterà bond dei singoli paesi in proporzione alle quote che i paesi hanno nella Bce (25% di bond tedeschi, 17% di bond italiani, etc. e solo 2,8% di bond greci) questo riduce il rischio; inoltre ha accettato una clausola secondo la quale in caso di fallimento di uno Stato (cioè nel caso che uno Stato non restituisca alla scadenza i bond da lui emessi) tale rischio sarà a carico della BCE, cioè in comune, solo per il 20%, mentre per l’80% sarà a carico della banca del singolo Stato.
Perché è importante?
L’operazione di Draghi è importante per tre motivi.
Il primo è puramente economico, infatti nell’arco di 18 mesi affluiranno nelle casse delle banche e degli istituti finanziari più di 1000 miliardi che le stesse banche dovranno restituire dopo anni ad interessi bassissimi e questi 1000 miliardi si tramuteranno in 1000 miliardi di credito ad imprese e cittadini, aumentando consumi e investimenti.
Il secondo motivo è politico: per la prima volta si è stabilito il principio della condivisione fra tutti gli europei del debito (anche se per ora limitato al 20%). Draghi ha cioè fatto in parte quello che nel 1789 fece il primo ministro del tesoro degli Stati Uniti d’America, Alexander Hamilton, che mise in comune i debiti dei 13 Stati che allora formavano gli USA ponendo le basi della grandezza economica e politica della federazione americana.
Il terzo è psicologico (e in economia la psicologia conta): ha dato fiducia ai mercati finanziari sui destini dell’Euro, facendo capire che la BCE farà tutto il possibile per rendere stabile l’economia europea e non abbandonerà al loro destino gli Stati in difficoltà
Domenica 25 gennaio 2015
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