di Aldo Carpineti
Non a caso chi vive in paesi poco visitati dal sole ha carattere ed umori differenti da chi abbia confidenza con il solleone.
Tempo fa conoscevo una persona che, fra il serio ed il divertito, sosteneva che le nuvole le secerniamo noi, con i nostri umori meno positivi. Che il cattivo tempo è roba di nostra produzione. Mi sembrava allora e tuttora una teoria piuttosto ardita e soprattutto poco facile da dimostrare.
Ora arriviamo ad un mese, marzo, in cui l'attesa della bella stagione e delle giornate soleggiate si è fatta lunga, perché lontani ormai sono i climi caldi dell'estate scorsa. In questo momento ci si aspetterebbe dunque un preludio a periodi favorevoli, in cui il sole sappia essere felice presenza alla nostra quotidianità.
L'inverno che va a concludersi è stato molto particolare. Asciutto al massimo, quasi senza precipitazioni soprattutto negli ultimi due mesi, conosce giornate fredde soltanto adesso: un colpo di coda climatico, un prolungarsi di condizioni adatte a mesi immediatamente precedenti. Le piogge, forse, cominciano proprio adesso.
Va bene, inutile sgomentarsi. Prendiamo quello che viene è ormai un ritornello che, per questi ed altri motivi, la gente ha imparato a ripetere. E pur nella banalità dell'affermazione, contiene un fondo di saggezza comune. Un altro personaggio antico ripeteva: se tieni rimedio, perché ti preoccupi, se non tieni rimedio, perché ti preoccupi... una filosofia discutibile ma a volte non controvertibile.
Non resta che immaginare tempi migliori, per la temperatura e per altre circostanze. Arriveranno.
Martedì 15 marzo 2022
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