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Elena Tonengo e Maria Carmen Santorelli - Coaching e Mediazione familiare per ridare serenità in caso di problemi in famiglia |
Coaching e Mediazione familiare sono la soluzione ottimale abbattere i muri tra le parti in conflitto facendo emergere i reali bisogni che si celano dietro le singole posizioni ed oggi ne parliamo con Maria Carmen Santorelli Avvocato e Mediatore familiare di Savona ed Elena Tonengo Family Coach di Imperia, fondatore di On Coaching, due professioniste unite dalla visione di aiutare le familgie a ritrovare la serenità.
La Mediazione familiare ed il Coaching oggi aprono nuove porte alla definizione di vertenze e problematiche familiari grazie all'applicazione del modello G.R.O.W.di John Whitmore, un potente strumento negoziale che guida facilmente alla definizione di un accordo tra le parti.
Questa unione, infatti, porta allo scoperto le radici in comune tra queste due attività ovvero l’ascolto ed il dialogo, la definizione degli Obiettivi ed il piano di realizzazione di essi.
Il mediatore ed il coach stimolano ed aiutano a vedere nuovi punti di vista e nuove possibilità di azione. Le persone vengono aiutate a tirare fuori le proprie risorse e a prenderne consapevolezza, non perdendo di vista il contatto con la propria realtà e l'obiettivo da raggiungere.
I risentimenti, le ripicche, i desideri di vendetta che spesso alimentano le conflittualità, infatti, allontanano il raggiungimento proficuo di soluzioni, soluzioni che sono poi lontane maggiormente se si considerano i tempi tecnici di procedure legali in via ordinaria.
Chiediamo quindi alle professioniste: cosa significa G.R.O.W.?
L’acronicmo G.R.O.W.sta per Goal Reality Options Will.
Sperare in un accordo, desiderare un accordo o volere un accordo non possono essere considerati punti di partenza equivalenti.
Sarà compito del mediatore e del coach aiutare le parti a individuare i risultati che desidererebbero ottenere e a valutare cosa sia realistico aspettarsi da un accordo.
La seconda fase del G.R.O.W. riguarda infatti proprio l’esplorazione della realtà.
Prendere atto delle condizioni di partenza da modo di far emergere il vissuto delle parti per quegli aspetti che sono funzionali agli obiettivi senza disperdere tempo ed energie in un vissuto troppo lontano, passato che non ha più elementi in gioco nella situazione oggetto della mediazione.
Entrare in contatto con la propria attualità da una nuova visuale aiuta ad acquistare o riacquistare fiducia in sé e nell'altro come figura genitoriale (nel caso di mediazione familiare) e ad intravedere la possibilità concreta di un futuro come coppia genitoriale (genitori si resta sempre anche se la coppia coniugale non esiste più) nella gestione meno conflittuale dei propri figli.
La fase successiva, ovvero quella delle Opzioni, rappresenta il momento più creativo del processo, è la fase in cui, attraverso opportune domande, il coach ed il mediatore stimolano nelle parti l’individuazione del maggior numero di alternative possibili per il raggiungimento degli obiettivi.
Infine, dopo aver esplorato molte possibili strade, si dà spazio ad un momento più analitico, rappresentato dalla fase Will, quella in cui si dimostra concretamente il proprio impegno nei confronti del risultato – nel caso della mediazione, questa fase è la fase della stesura dell’accordo – attraverso una pianificazione concreta di attività definite nel verbale e nell’accordo.
Questa ultima fase del metodo, inoltre, ha la possibilità di valorizzare molto anche il ruolo degli avvocati, sia dando modo di impiegare le loro competenze giuridiche sia sottolineandone la funzione professionale di garanti degli interessi delle parti.
Venerdì 10 febbraio 2023
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