La mia mamma, genovese, nel 2008 era venuta a vivere in Casale Monferrato

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Genova | Covid 19 o corona virus

La mia mamma, genovese, nel 2008
era venuta a vivere in Casale Monferrato

Oggi è un anno che il Covid19 si è portato via la mia mamma; è mancata venerdì 3 aprile 2020 alle ore 15

di Maria Grazia Dapuzzo

Momenti sereni insieme
Momenti sereni insieme

Cari lettori di Genova Reteluna, oggi vi voglio raccontare la tragedia che ho vissuto l'anno scorso, e che è quella che hanno vissuto tante altre persone in quest'ultimo anno nefasto. Oggi è un anno che il Covid19 si è portato via la mia mamma; è mancata venerdì 3 aprile 2020 alle ore 15.

La mia mamma, che da qualche anno viveva nella Casa di Riposo in San Giorgio Monferrato, era curata dal medico della struttura per la «sua solita bronchite»; per la precisione io l'ho saputo da Lei stessa telefonicamente il 21 marzo.

Peggiorando la situazione, il medico le faceva gli antibiotici in vena perché fossero più efficaci. Poi... passò all'ossigeno, perché l'ossigenazione del sangue si stava abbassando; così mi fu detto.

La mattina presto dell'1 aprile 2020, quando si aggravò, fu chiamato il 118 per ricoverarla in ospedale, ma subito il responsabile non volle ricoverarla perché secondo lui non era «corona virus»; così mi fu riferito.

Peggiorando ulteriormente il quadro clinico, finalmente si decisero ad andare a prenderla in tarda mattinata per ricoverarla. Prima di entrare in ospedale le fecero il tampone che diede esito positivo: era «corona virus» o Covid19.

La mattina alle ore sei, di mercoledì 1 aprile, quando mi telefonarono perché la salutassi per l'ultima volta, la mia mamma sempre lucidissima, mi chiamava forte e quando mi sentì al cellulare, mi disse che stava molto male, aveva tanta nausea e... sottovoce che stava morendo. 

Nella tragedia che ho vissuto, mi sono posta molti quesiti: perché il medico della Casa di Riposo era stato ad aspettare e non l'aveva ricoverata subito a marzo quando ancora forse c'era una piccola speranza? Possibile che non si fosse accorto che non era la «sua solita bronchite»? Con tutto quello che già stava succedendo nel mondo nel mese di marzo?

L'assurdo è che noi parenti non potevamo avvicinarci alla struttura per il rischio che portassimo dentro il virus, ma ben sette persone, compresa la mia mamma, su vent'uno furono infettate dal personale che non aveva sufficientemente prestato attenzione alla propagazione del virus. Si lavavano le mani e le disinfettavano, ma le mascherine? Non le mettevano perché non le avevano? Come mai non c'era un piano di emergenza per affrontare una situazione del genere?

Nelle settimane e mesi successivi mi sono chiesta tante volte a cosa fosse servito che noi parenti stessimo lontani da loro. Non era certo servito a proteggerli, visto che la mia mamma era morta di «corona virus» e così anche le altre. E... ho avuto anche il sospetto che non volessero ricoverarla, per nascondere che era entrato il Covid19 nella Casa di Riposo. Probabilmente volevano fare passare la morte della mia mamma come... per la «sua solita bronchite».

Oltre a quanto vi ho raccontato, successe un altro fatto disdicevole lunedì 30 marzo, quando in tarda mattinata l'infermiera di turno mi telefonò dicendo che il medico stava valutando se ricoverare la mia mamma in ospedale. Io e mio marito ovviamente eravamo concordi dicendo di sì, ma non fu fatto.

La sera stessa, telefonando alla Casa di Riposo chiesi alla suddetta infermiera se poteva farmi salutare la mia mamma. A quel punto quest'infermiera, anziché lasciarmi parlare con lei, si comportò in maniera disumana. Continuava a gridarle che non doveva togliersi l'ossigeno, non permettendo alla mia mamma di parlarmi e a me di dire quello che desideravo farle sapere. Ci rimasi malissimo, anche perché la mia mamma era sempre lucidissima e, perfettamente cosciente, aveva il desiderio di potermi parlare. Sembra proprio che l'infermiera in causa avesse paura che la mia mamma mi dicesse quanto aveva intuito; a distanza di tempo mi sono detta che forse quel comportamento era dettato dal terrore per la situazione, ma non ne sono del tutto convinta.

Se il medico l'avesse ricoverata subito in ospedale, con le cure giuste per Covid19, forse la mia mamma avrebbe sofferto meno. Questo mi strazia il cuore perché io avevo creduto stupidamente, come tanti altri famigliari, che fosse al sicuro nella Casa di Riposo, che fosse protetta, invece è stata infettata proprio dal personale della struttura che avrebbe dovuto proteggere e curare le persone anziane presenti. 

Andando all'Agenzia Funebre in Casale Monferrato, ho saputo che un'operatrice della Casa di Riposo, amica dell'impiegata, si era messa in quarantena perché aveva un po di tosse e suo marito, lavorando in ospedale, si era preso il Covid19; la verità viene sempre fuori, anche se qualcuno cerca di nasconderla.

Quelle settimane successive al decesso della mia mamma furono terribili per me, poi mi feci forza e scrissi un esposto, con tutto ciò che era successo, e lo inviai alla Polizia di Casale Monferrato. Il Commissario della Polizia mi disse che inviava il mio esposto alla Procura della Repubblica di Vercelli e che io avrei dovuto inviare l'esposto all'ASL di Alessandria, ai Carabinieri di Rosignano (San Giorgio Monferrato è sotto Rosignano) e al sindaco di San Giorgio Monferrato. Così feci.

Dal responsabile dei Carabinieri di Rosignano mi arrivò la conferma che era stato inviato il mio esposto all'Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di Vercelli e all'ASL di Alessandria. Poi nessuno mi ha più interpellata. D'altronde con tutte le persone anziane e non solo, infettate e decedute dovevo aspettarmelo.

Ho preso questa decisione perché mi sembrava giusto nei confronti della mia mamma. Io, come tanti altri famigliari, avevo creduto erroneamente che la mia mamma fosse al sicuro.

Mia madre, genovese, era venuta a vivere in Casale Monferrato in seguito alla morte di mio padre avvenuta nel 2008. Lei amava molto la sua Genova ma aveva preso questa decisione per stare vicino a noi. 

Una strana coincidenza è che, un secolo fa nel 1918, il virus chiamato «la Spagnola» si era portata via una sorella della mia nonna materna di nome Adriana. Mia nonna scelse lo stesso nome per la sua primogenita, cioè la mia mamma. A distanza di un secolo anche la mia mamma è deceduta a causa di una pandemia virale.

Sabato 3 aprile 2021

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