di Aldo Carpineti
Mi trovavo su un 36, l’unico autobus lasciato a presidiare la negletta zona di Circonvallazione a Monte e percorrevo il tragitto da Castelletto a Via XX Settembre.
Appena salito mi peritavo di timbrare il biglietto nella zona posteriore del bus e ahi…. !! ! Incocciavo una macchinetta fuori servizio. Percorrevo sveltamente tutto l’autobus e cercavo di timbrare alla macchinetta della zona anteriore definita dal display funzionante.
Ahimé anche qui la macchinetta non voleva saperne di timbrare. Mi accomodavo a quel punto su un sedile vicino certo di aver fatto tutto quel che dovevo e potevo.
Poche fermate più avanti salivano sul bus due controllori ed alla loro richiesta mostravo il biglietto intonso, spiegando che non mi era riuscito di timbrarlo.
Il controllore di grado maggiore mi chiedeva perentoriamente un documento e io gli allungavo la carta d’identità. Sveltamente il graduato annotava i miei dati sul suo taccuino e mi dava notizia che potevo pagare subito 40 euro oppure 60 euro quando mi fosse arrivato il verbale a casa.
Avevo un bel da fare nello spiegargli che avevo trovato entrambe le macchinette non funzionanti, lui mi faceva notare che nel frattempo una macchinetta si era messa a funzionare ed una signora dietro di me aveva timbrato regolarmente.
Aggiungeva che avrei dovuto avvertire il conducente il quale, contemporaneamente, stava litigando con un’altra signora.
Allungavo a malincuore 50 euro al controllore capo ringhiando che era una vera schifezza; lui mi dava diligentemente 10 euro di resto. Mi faceva notare anche che io ero comodamente seduto su un sedile al ché rispondevo, secondo il vero, che ero seduto perché mi fanno male le gambe e stavo andando in uno studio specialistico per curarle. Ma neppure questo valeva ad addolcire il cuore duro del nostro solerte Controllore Capo.
La morale la lascio a chi la vuol trarre, finale aperto…. !! !
Giovedì 23 febbraio 2017
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