di Aldo Carpineti
Capitolo ventunesimo
Anna ebbe un incarico alla scuola di Saint Vincent, ma ci rinunciò privilegiando la scelta di stare vicino a Paolo, almeno nei primissimi anni: anche lo spostamento quotidiano per portarsi sul posto di lavoro non sarebbe stato di poco conto. Chiese una aspettativa, e fece domanda di avvicinamento, indicando come scuola d'elezione quella di Pré Saint Didier. Mario faceva il proprio lavoro all'Ispettorato, senza molti scossoni ma, in un certo periodo, cominciò a prendere campo in lui l'idea di mettersi in proprio e di aprire uno studio di consulenza aziendale. Le imprese industriali, in Val d'Aosta, non sono numerose, ma lui era ormai piuttosto conosciuto, non ci sarebbe stata una gran concorrenza da parte di altri consulenti competenti nella sua stessa materia, avrebbe probabilmente potuto guadagnare di più ed avere maggiore soddisfazione, anche morale, dal lavoro. Ne parlò ad Anna, la quale non si dimostrò favorevole, e gli ricordò che lei aveva già avuto un'esperienza di questo genere, anni prima, quando suo marito l'aveva lasciata per correre dietro alle chimere. Abbiamo bisogno del tuo stipendio, Mario – gli disse – non metterlo a rischio. E‟ probabile che tu abbia ragione rimanderò questi progetti, almeno fino a quando Paolo sarà cresciuto. Anna andava spesso a passeggiare, con il bimbo nella carrozzina, ma consentiva anche a Cristina di accompagnare Antonio a muoversi fuori casa, assicurando la propria presenza nel bar in quei momenti: Antonio aveva una buona padronanza del movimento delle braccia, ma non poteva fare a meno delle grucce per spostarsi; malgrado la costanza nello svolgimento della terapia fisica, non c‟ era stato, nel tempo, miglioramento nella deambulazione e si poteva dire che gli esercizi avessero piuttosto una funzione di mantenimento.
Domenica 7 febbraio 2021
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