di Aldo Carpineti
Dire che la conduzione di uno fra i più diffusi Social è vergognosamente artefatta è probabilmente dire poco. Soggiorniamo sulle pagine di Linkedin da diversi anni ed abbiamo a più riprese notato atteggiamenti non tollerabili da parte dei webmaster che vi si alternano.
Il comportamento è tanto più grave perché LinkedIn tratta un argomento serio come il lavoro e pretenderebbe persino spesso di ergersi a elemento di moralizzazione sociale. Invece le sue pubblicazioni corrispondono a criteri largamente di parte tendenti a favorire chi si vuole e a screditare altri.
Nel nostro caso specifico Linkedin accontenta i desiderata di poteri presenti a livello nazionale e ligure che da tempo boicottano la nostra presenza sociale e professionale.
Con la pretesa di pubblicare soltanto i commenti più significativi Linkedin trasforma spesso a proprio piacimento i risultati delle conversazioni. La pubblicazione degli interventi non segue logiche cronologiche e pertando induce a significati incongrui.
La stessa numerazione delle visualizzazioni viene abbassata e modificata a piacimento della direzione del Social. Le pagine che vengono di volta in volta presentate alla visione del fruitore sono gravemente tendenti a favorire indirizzi propri.
Un vero peccato perché certo Linkedin ospita anche commenti e pareri di persone di pregio dell'ambiente professionale e lavoristico. Persone autorevoli e che rivestono cariche e compiti significativi. Il ruolo del Social potrebbe essere perciò largamente positivo. Ed invece si tratta di una occasione assai spiacevolmente e colpevolmente perduta.
Giovedì 29 ottobre 2020
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