di Enrico Franceschi e Aldo Carpineti
Uno storico professore di Chimica che insegnò per decenni nel nostro Ateneo. Fu Direttore dell'Istituto di Chimica Generale (da poco costituito e trasferito dalla storica sede di via Balbi ad un nuovo edificio, nel complesso della Città Universitaria di S. Martino) dal 1935 al 1952.
Compare una sua immagine, scattata nel 1938, durante una delle lezioni che vengono ricordate come particolarmente ispirate e vivaci; attorno è visibile parte della strumentazione che usava abitualmente per la sua didattica e la cappa di aspirazione in legno in cui venivano effettuati gli esperimenti che accompagnavano le lezioni teoriche.
Il professor Rolla fu uno dei primi studiosi sulle tematiche delle Terre Rare. Applicò il sistema di estrazione tramite cristallizzazione frazionata, un metodo che sfrutta la lieve differenza di solubilità dei sali delle diverse Terre Rare (anche note come Lantanidi dal nome della prima terra rara, Lantanio), per separarne i componenti. Un procedimento lungo ed elaborato che consisteva nel trattamento di fosfati naturali (Monaziti, minerali particolarmente ricchi in terre rare) portati opportunamente in soluzione, onde per lento riscaldamento ed evaporazione del solvente acquoso, si arrivava alla precipitazione graduale dei sali e alla conseguente separazione.
Determinante per il processo era la possibilità di trattare larghe quantità di soluzioni per giungere ad ottenere sali cristallini in misura apprezzabile. Di conseguenza ogni apparecchiatura usata era di dimensioni fuori dell'ordinario, dalle gigantesche capsule di porcellana, al sistema di riscaldamento a fiamma, alle apparecchiature necessarie per la separazione dei sali mediante filtrazione. Nella figura si vedono una capsula di porcellana di notevoli dimensioni, appoggiata su un fornello a gas, a fianco un imbuto e un recipiente di raccolta della soluzione in cui era possibile anche fare il vuoto per facilitare la filtrazione stessa. Le arbanelle contengono ancora i sali colorati dei diversi Lantanidi ottenuti. La apparecchiatura nel suo complesso è quella usata dal Rolla e dai suoi collaboratori e viene oggi conservata nel Museo di Chimica dell'Università di Genova.
Questa lunghissima separazione, che poteva comportare alcune migliaia di operazioni di solubilizzazione, precipitazione e filtrazione, costituisce un processo preliminare, all'epoca indispensabile, per ottenere i relativi metalli con apprezzabile grado di purezza. Questa serie di trattamenti era pure alla base delle scoperte delle proprietà, in particolare spettroscopiche, che caratterizzavano questa famiglia di elementi con straordinarie caratteristiche chimico fisiche (The fraternal fifteen).
Solo l'elemento con numero atomico 61 sfuggiva ad ogni tentativo di caratterizzazione ed è stato anche oggetto di una clamorosa scoperta in realtà non riuscita e che è stata oggetto di una affrettata pubblicazione da parte di Rolla ed un suo collaboratore (sia in Italia che negli Stati Uniti si era alla sua affannosa ricerca). L'elemento 61 che era stato previsto dovesse esistere sulla base delle leggi di periodicità degli elementi, è noto come Promezio, nome derivante dal mitologico Prometeo, ed è un elemento radioattivo, che è stato isolato allo stato metallico solamente nel 1963!
Oggi le Terre Rare sono di uso estremamente diffuso: dallo schermo a cristalli liquidi ai componenti del computer, e in particolare nei sistemi elettronici applicati ad ogni genere di smartphone. Risultano pure indispensabili in molti sistemi per la produzione di energia e rappresentano sicuramente i metalli delle nuove tecnologie!
Martedì 1 marzo 2022
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