di Aldo Carpineti
Mario aveva in mente di tenere un corso di formazione tutto suo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, del quale sarebbe stato contemporaneamente organizzatore e docente: la materia l'aveva trattata per diversi anni, prima a Genova e poi ad Aosta, e non c'era aspetto delle problematiche che non gli fosse ampiamente noto; piuttosto era per lui una novità il ruolo didattico, perché mai si era cimentato a tenere un'aula diverse ore al giorno per più giorni. Ne parlò con Anna, che lo stimolò a confrontarsi in questa sfida con se stesso perché – gli disse – è certamente una cosa che tu sei in grado di fare: potresti piuttosto cominciare con corsi di una durata non eccessiva, tre giorni, per esempio, solo al mattino, così lo stress non si prolungherebbe troppo a lungo. Con un'immediata riflessione, Mario si rese conto che il programma, adeguatamente concentrato, si poteva sviluppare senza esagerate semplificazioni in quello spazio di tempo e così seguì il consiglio della compagna. Cominciò stilando un programma e dando notizia dell'iniziativa, attraverso la pubblicazione sui maggiori quotidiani nazionali, con tutti i ragguagli opportuni. Trascorso un ragionevole spazio di tempo, e ricevute le iscrizioni di sette persone di sei aziende diverse, Mario tarò il corso per quel numero di partecipanti, cinque uomini e due donne. In quel momento la Casa disponeva di otto posti letto liberi, in quattro camere: una situazione ad hoc.
Anzitutto la perizia di Mario, che egli stesso andava conoscendosi allora, nel tenere l'aula di fronte ad un gruppo di allievi, quasi tutti giovani agli inizi dell'attività assicurò il successo; poi la soddisfazione dei partecipanti per la scoperta della zona e per l'accoglienza curata nei minimi particolari: basti pensare che, all‟ arrivo, ad ognuno fu fatto trovare un present ispirato all'ambiente valdostano; una bottiglia di genepy, un paio di sabots o zoccoli in legno della valle, una piccozzina lavorata, una bambolina con il costume del posto: tutti omaggi vezzosamente incartati e infiocchettati in colori tipicamente locali. Si pranzava all‟ aperto, a buffet in linea con le modalità di una colazione di lavoro: il pomeriggio era libero. A cena, all‟ interno, i tavoli erano curati e personalizzati, a partire dalle tovaglie e tovaglioli, perché la tradizione valdostana risaltasse comunque; la cucina era all'altezza dei migliori ristoratori tipici. Per quei sette partecipanti, l'evento poteva dirsi una breve vacanza d'istruzione su contenuti di qualità con vista delle montagne, e tutte le attenzioni di un servizio ad alto livello; e, in ogni circostanza, una grande attenzione e molto calore umano. Tutto questo si spiegava considerando che, accanto alle performances didattiche di Mario, c'era un oscuro ma altrettanto raffinato lavoro di esperte donne d'esercizio alberghiero come Nicoletta, Adele, certamente anche Martina e, su tutto e tutti, l'occhio attento di Anna. Nel frattempo Anna continuava l'insegnamento scolastico con la medesima soddisfazione di sempre.
Giovedì 18 febbraio 2021
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