di Francesca Camponero
Ormai settantaseienne Maurizio Pollini si trova sempre in condizioni fisiche eccellenti che gli consentono di continuare a dare concerti a cui il suo pubblico partecipa con ammirazione, del resto il grande pianista evoca una carriera inestimabile la cui storia è quella di uomo e d’artista riconosciuta in tutto il mondo.
Protagonista da oltre quaranta anni presso tutti i maggiori centri musicali d’Europa, America e Giappone, Maurizio Pollini ha suonato con i più celebri direttori. Le orchestre più importanti del mondo hanno fatto a gara per accompagnarlo, così come le istituzioni concertistiche e i festival più prestigiosi hanno ospitato i suoi recital come l’evento d’eccellenza nei propri cartelloni.
Molti sono i riconoscimenti che gli sono stati tributati: l’Ehrenring, consegnatogli dai Wiener Philharmoniker (1987), il Goldenes Ehrenzeichen della città di Salisburgo (1995), l’Ernstvon-Siemens Musikpreis di Monaco (1996), il Premio “Una vita per la musica – Arthur Rubinstein” ricevuto a Venezia (1999) e il Premio Arturo Benedetti Michelangeli del Festival di Brescia e Bergamo (2000), nonché, nell’estate 2004, la nomina di Artiste étoile al Festival di Lucerna.
Il suo repertorio si estende da Bach ai contemporanei e la sua discografia include, oltre alle grandi pagine di ambito classico-romantico, cui è fortemente legato, opere di Schönberg, Berg, Webern, Nono, Manzoni, Boulez, Stockhausen. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Imperiale a Tokyo. Nel 2012 il Royal Philharmonic Society Award per il ciclo di concerti fatto a Londra nel 2011. Nel 2013 l’Università Complutense di Madrid gli ha conferito la Laurea Honoris Causa.
Il programma che presenta lunedì prossimo al Carlo Felice comprende le seguenti sonate di Beethoven:
Sonata in mi maggiore op. 109 (1820) Vivace, ma non troppo Prestissimo Andante molto cantabile ed espressivo Sonata in la bemolle maggiore op. 110 (1821) Moderato cantabile, molto espressivo Allegro molto Adagio, ma non troppo Fuga. Allegro, ma non troppo
Sonata in do minore op. 111 (1822) Maestoso. Allegro con brio ed appassionato Arietta. Adagio molto semplice cantabile
Venerdì 11 gennaio 2019
© Riproduzione riservata
646 visualizzazioni