Otello di Shakespeare al Duse dal 1 al 7/2. The Pride di Campbell alla Corte dal 2 al 7

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Genova | teatro stabile di genova

Otello di Shakespeare al Duse dal 1 al 7/2
The Pride di Campbell alla Corte dal 2 al 7

Temi della gelosia nel capolavoro inglese e dell'omosessualità oggi

di Aldo Carpineti

Una scena di The Pride
Una scena di The Pride

Otello di William Shakespeare (al Duse, dall’1 al 7 febbraio) e The Pride con Luca Zingaretti (alla Corte, dal 2 al 7 febbraio) sono i due prossimi spettacoli in scena al Teatro Stabile di Genova. Un classico coniugato sul tema della gelosia e un contemporaneo che racconta nell’arco di mezzo secolo le variazioni culturali e comportamentali nei confronti dell’omosessualità

S’inizia quindi al Duse lunedì 1° febbraio (ore 20,30) con Otello, spettacolo prodotto dal Teatro de Gli Incamminati e interpretato da Filippo Dini nel ruolo di Otello e Antonio Zavatteri in quello di Iago, con Giulia Eugeni, Roberto Serpi, Alberto Giusta, Mariella Speranza, Massimo Brizi e Cristina Pasino. Regia e versione italiana di Carlo Sciaccaluga, scene e costumi di Catherine Rankl, musiche di Andrea Nicolini e luci di Sandro Sussi.
Otello è uno spettacolo insieme “colto” e “popolare”. Un classico shakespeariano rispettosamente letto da una compagnia “giovane” con uno sguardo sulla realtà contemporanea.
Scritto nel 1603, Otello racconta, tra Venezia e l’isola di Cipro, la storia di un generale dalla pelle scura che s’innamora ricambiato e sposa in segreto Desdemona, figlia di un senatore veneziano, portandola con sé – inseguito dalla maledizione del padre di lei – a Cipro dove oltre che con i turchi deve fare i conti con la gelosia del nobile Rodrigo, innamorato di Desdemona, e soprattutto con il desiderio di vendetta di Iago, che mal sopporta il fatto che il Moro abbia nominato suo luogotenente Cassio. È sulla base di queste premesse che a Cipro si dipana il diabolico piano di Iago, il quale lentamente riesce con l’inganno a convincere Otello che Desdemona lo tradisce con Cassio, mandandolo progressivamente fuori di senno e spingendolo a un insensato uxoricidio.
«Di tutte le tragedie di Shakespeare, Otello secondo me è la più impressionante e la più terribile», scrive il regista Carlo Sciaccaluga: «In un'ambientazione ibrida tra il Medio Oriente antico e la prima Guerra del Golfo, con l'isola di Cipro immaginata come un decadente avamposto di Occidente accerchiato da un nemico "diverso" per razza e per cultura, si consuma lo scontro tra "il parto mostruoso" dell'intelligenza di Iago, e la natura romantica e primitiva di Otello. Uno scontro che porta alla più insopportabile delle sofferenze, quella di Desdemona, e alla sensazione di una civiltà occidentale che crolla sotto il peso stesso delle proprie conquiste».
Il giorno seguente, martedì 2 febbraio (ore 20,30), va in scena alla Corte The Pride di Alexi Kaye Campbell con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Valeria Milillo, Maurizio Lombardi Alex Cendron. Prodotto da Zocotoco e tradotto da Monica Capuani, lo spettacolo si avvale delle scene di Andrè Benaim, dei costumi di Chiara Ferrantini, delle musiche di Arturo Annecchino e delle luci di Pasquale Mari.

Il testo di Campbell come lo spettacolo di Zingaretti sono strutturati in due storie parallele che si svolgono a distanza di mezzo secolo l’una dall’altra. Ne sono interpreti tre personaggi diversi, ma con gli stessi nomi, che raccontano il divenire storico dell'amore omosessuale.
Luca Zingaretti è regista e interprete di una novità che arriva dal mondo anglosassone.
Due storie distinte, per raccontare le variazioni del comportamento sessuale nell’arco di 50 anni. Tre protagonisti per ogni storia: stessi nomi e stessi attori, ma personaggi diversi. 1958: viene messo in scena il gioco di seduzione inconfessabile tra Philip e Oliver, lo scrittore di cui la moglie di Philip, Sylvia, sta illustrando il nuovo libro. 2008: stufo delle infedeltà del compagno, Philip lascia Oliver, il quale annega nel whisky e nel sesso le sue pene, trovando però nell’amicizia con Sylvia la via per contrastare la solitudine.
Dialoghi brillanti e divertenti. Personaggi alla continua ricerca della propria identità. Alexi Kaye Campbell (nato nel 1966) parla di destino e d’amore, di fedeltà e di perdono: solleva interrogativi sulla vita contemporanea e sulla identità sessuale, senza dare univoche risposte e lasciando allo spettatore la valutazione etica e sociale del comportamento
degli altri.

Mercoledì 27 gennaio 2016

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