di Aldo Carpineti
Personalmente credo che la vita di ognuno di noi non sia un fatto privato. Certo la conservazione, la difesa e tutela di se stesso è quanto l'individuo deve realizzare come prima cosa, perché nessuno si può aspettare dagli altri eguale impegno specifico e mirato.
Tuttavia la nostra quotidianità non può non tenere conto di un fatto che sopra ogni altro accomuna noi umani e tutti gli esseri viventi: mi riferisco alla realtà della sofferenza che certo non c'è persona che non conosca. Trovo che cercare di evitare momento per momento la sofferenza altrui sia un impegno che non dobbiamo dimenticare nel nostro proporci attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.
La nostra vita, oltre che essere indirizzata alla ricerca della realizzazione di sé, deve tener conto di questo imperativo categorico, di questo aspetto mai trascurabile. Non è un vivere in negativo, non significa solo evitare atti che procurino malesseri agli altri, è invece un riconoscere in ogni nostra azione un significato che sia di vantaggio anche alle persone cui le nostre azioni procurano conseguenze. Aver mente a quanto è utile agli altri oltre che a sé può diventare una abitudine, una impronta che informa ogni nostro comportamento. Modo che va ricercato di volta in volta con intelligenza e senso di quanto stiamo vivendo.
Credo che questa impostazione mentale, questo atteggiamento, che possiamo fare nostro fino a rappresentare scelta e prassi costante, sia quanto necessario perché la vita, anche quella di oggi così utilitaristica e spoetizzata, possa avere un senso ed un significato ben più soddisfacenti rispetto ai risultati del solo tornaconto personale.
Sabato 5 dicembre 2020
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