di Aldo Carpineti
Da Coppi e Bartali le leggende italiane a Louison Bobet il signore del ciclismo francese a Charly Gaul il grimpeur lussemburghese, il normanno Jacques Anquetil uomo del cronometro, Federico Martin Bahamontes detto l'Aquila di Toledo, il fiammingo Eddy Merckx il marziano, e poi gli spagnoli Ocana e Indurain e l'americano Armstrong cui vennero tolte 7 vittorie finali per avere fatto uso di sostanze illecite, fino ad arrivare al nostro Nibali vincitore dell'edizione dello scorso anno e a Contador trionfatore al recente Giro d'Italia.
Le Alpi e i Pirenei l'Isoard e l'Iseran, il Galibier, l'Aubisque e il Tourmalet il Portet d'Aspet e il Mont Ventoux dove perse la vita l'inglese Tommy Simpson.
Per giungere infine al Parco dei Principi a Parigi in maglia gialla.
Tutto fa parte di una storia irripetibile e grandiosa cui ha dato vita il quotidiano sportivo l'Equipe della quale sono stati protagonisti anche mille e mille umili pedalatori, portatori di borracce, i cui nomi si sono persi nel tempo.
Lunedì 29 giugno 2015
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