di Aldo Carpineti
A volte sembra che le cose attorno a noi, quelle di cui dovremmo occuparci, siano talmente tante da non poter stare dietro a tutte, e neanche alla maggior parte di esse.
Può essere il momento per lasciarle scorrere, per vedere il loro flusso, eventualmente per dare loro qualche dritta perché si dirigano più verso un punto che verso un altro. E nulla di più.
Ma è questione di momenti. In queste congiunture è bene crearsi in tempi utili delle priorità e concentrarsi su quelle. Dettate dall'urgenza, dalle dimensioni del problema, dalle conseguenze, dallo stesso proprio stato d'animo, da ciò che si preferisce.
Nel migliore dei casi si riesce ad individuare il problema dei problemi, la causa dalla quale tutti gli altri, o molti di essi, discendono come effetto. Ed allora val la pena di lavorare su quella causa, nella idea che la sua trasformazione possa generare modifiche non totali, anzi più probabilmente parziali, ma generalizzate.
E a volte occorre, a questi fini, lavorare su se stessi, altre volte sul mondo esterno. Ancora più spesso sull'uno e sull'altro perché le due cose interagiscono ed hanno influssi reciproci e contemporanei.
Certo non è il caso di farsi prendere dalla ossessione dei risultati. Ricercarli però non è mai male, l'inerzia difficilmente produce qualcosa di utile. Combattere contri mulini a vento, spostare le montagne: forse non ci riusciremo mai, ma sarà, se la direzione è giusta, un indirizzo ed un esempio.
Martedì 16 novembre 2021
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