di Aldo Carpineti
Per due mesi e mezzo soltanto, ma appartengo ancora agli anni '40. La mia data di nascita, 12 ottobre 1949, pare perdersi nella notte dei tempi, lontana una eternità. Quando mi accingo a qualche contatto di lavoro o a qualche scambio affettivo immagino che il mio intelocutore o interlocutrice tema la prospettiva di dovermi assistere in vecchiaia...
Noi che nel '68 eravamo intorno ai vent'anni abbiamo visto tanti mondi diversi. L'illusione (non eterna, Franck Capra era un sognatore) del dopoguerra, la bolla di benessere e sicurezze che ha portato con sé, la maggior parte ingiustificatamente. Infatti poi il mondo è tornato pieno di incertezze, addirittura di precarietà, così come la sua natura stessa pretende, e come è sempre stato nei secoli e nei millenni.
Che fare? strapparsi i capelli (quei pochi) sembra del tutto inutile. Meglio è cercare ancora di darsi da fare.
Le distanze generazionali, al contrario delle differenze nelle abitudini di vita, paiono affievolite: i ventenni alla cassa del supermercato ti dicono Ciao Caro... nessuno pare troppo preoccupato, sull'autobus, della nostra instabilità sui polpacci. Giusto così, per carità, mancherebbe altro che ognuno dovesse farsi carico di tutte le problematiche altrui... non si vivrebbe più.
Del resto questi mix comportamentali contengono un fondo di utilità, una conquistata confidenza, un vivere compagnone anche in età molto differenti che, ai nostri tempi, seriosi e compunti come eravamo, non ci sognavamo neppure. Tanti rimpiangono il rispetto e la cultura di allora. Balle. Questioni di facciata. farneticazioni di chi la gioventù se l'è lasciata alle spalle da tempi immemorabili: prendersela con i giovani era di moda già nell'era di Socrate, in quella di Andrea Doria ed in quella di Giuseppe Parini.
Qualche drink di troppo, è vero, i ragazzi di oggi se lo fanno, ma in compenso hanno acquistato in capacità comunicativa e spirito collettivo. Preferiscono Vasco Rossi a Giacomo Leopardi, ma soltanto perché il primo è più aderente al loro quotidiano. Vivono in gruppo, si incontrano, si scambiano spontaneamente idee e impressioni, noi dovevamo inventarci i cineforum (roba profonda) e la raccolta di francobolli o addirittura di farfalle per invitare una ragazza a casa. Si abbracciano, si baciano come noi non avevamo capacità di fare. Chiedere che conservino le nostre abitudini ed i nostri stili è una pretesa anacronistica e irragionevole. Neanche a loro mancano valori di fondo.
Se la caveranno, sapranno prendersi le loro responsabilità, non sono scemi. Preferiscono un mondo a loro immagine e somiglianza, hanno ragione e sarà così. Per fortuna gli frega poco di avere i pantaloni con la piega impeccabile, di posare il culo sul sedile della Ferrari o di passare le vacanze invernali a Saint Moritz.
Per contro noi non ci sognamo neanche di farci da parte... una bella gara... vinca il migliore, con spirito di De Coubertin. Assieme appassionatamente, più assieme di prima.
Lunedì 21 marzo 2022
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