Renato Carpi ci invia una lettera di. Alberto Rizzerio e Federica Lazzerini

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Renato Carpi ci invia una lettera di
Alberto Rizzerio e Federica Lazzerini

I ragazzi del Campo hanno bisogno di tutto, in primo luogo di vestiti

di Aldo Carpineti

Alberto Rizzerio
Alberto Rizzerio

Cari amici,

oggi Federica Lazzarini di Wonderland e Mamadou Bousso dell’Unione Immigrati Senegalesi hanno visitato il campo di prima accoglienza della foce a Genova. Al loro ritorno mi hanno inviato il messaggio che vi allego: credo che renda l’idea della situazione di estrema precarietà in cui i ragazzi stanno vivendo all’interno della nostra città.

Federica e Mamadou hanno deciso di avviare un’iniziativa per raccogliere vestiti e altro da consegnare nei prossimi giorni.

Per chi volesse partecipare l’appuntamento è sabato 18 febbraio alle 11.00 davanti all’ingresso della Fiera. Sarà allestito un punto di raccolta e le cose saranno consegnate ai ragazzi. Dati i tempi molto stretti mi hanno raccomandato di dirvi di portare cose in buono stato e pulite in modo che risultino immediatamente utilizzabili.

Chi fosse interessato è pregato di inviarmi una risposta per confermare la propria partecipazione. Dopo la firma allego il messaggio di Federica e Mamadou e, a seguire, il post in inglese pubblicato sull’account Instagram dell’Associazione Wonderland.

Vi ringrazio molto.

 

Alberto

 

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Ciao a tutti,

 

Mamadou, dell’associazione dei senegalesi e io, Ass. Wonderland siamo andati oggi alla fiera del mare a vedere dove sono stati messi alcuni ragazzi appena arrivati.

 

A parte il problema enorme delle loro condizioni, i ragazzi hanno bisogno di vestiti.

 

Alcuni non hanno ancora parlato con la famiglia, altri sono malati. Non hanno assolutamente nulla.

 

Quindi, se avete dei vestiti, o altre cose che possano scaldare un po i cuori di questi ragazzi, vi invitiamo a portare tutto

 

Sabato alle 11 all’ ingresso della fiera del mare.

 

Venite! !!

 

I ragazzi ci aspettano!

 

Federica Lazzarini  

Alberto Rizzerio <alberto. rizzerio@januaforum.net>

We hear stories about immigrants, poor people, sad and inconsolable lives every day now. This is probably the umpteenth one but not for me.
I met these people today, while I went to see how one of the emergency camps in my city had been set up. There were maybe 200 of them, from all different countries. I apologised for intruding in this massive and cold room in an empty, abandoned warehouse. After some hesitation they started speaking to me in English. I felt like I was the first human being they had seen in a long time. They asked me what is going on and why the people responsible for them don't give them clothes and hot water. I didn't know where to start to explain to them that the system here is totally messed up. And then I realised I didn't need to say that to them, I just needed to let them know that they were not alone anymore. 5 of them decided to come with us, we bought them food and bread to take back. They used our phones to call their families to finally tell them that they made it alive to Italy.
I am not sure what will happen, for now we are collecting clothes to bring them. I can still see those eyes who looked at me while saying: don't forget us

Giovedì 16 febbraio 2017

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