Sabato sera eravamo in prima fila al Duse per assistere al don Chisciotte di Petruzzelli

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Genova | in scena ancora domenica 20/1

Sabato sera eravamo in prima fila al Duse
per assistere al don Chisciotte di Petruzzelli

Lo stile intellettuale del protagonista e quello cabarettistico di Pirovano

di Aldo Carpineti

I tre protagonisti
I tre protagonisti

Il don Chisciotte di Petruzzelli fonde lo stile intellettuale dell’autore-regista–attore-protagonista con le capacità cabarettistiche di Mauro Pirovano (Sancho Panza) amalgamati dalla musica dal vivo di Alessandro Pipino. In tal modo lo spettacolo assume spesso tonalità molto elevate, livelli di positiva esaltazione trascinante che concludono andamenti anche prolungati che sono sottili denunce a tante realtà vecchie e nuove in cui il nostro vivere abituale incappa quotidianamente. Verità che il recitato generalmente accenna un po di sfuggita, appena svelate, cui non si pretende di dare una soluzione oggettiva, piuttosto si cerca di risolverle sguainando la spada e punendo il colpevole di turno.

Per vero don Chisciotte non è e non chiede di essere un taumaturgo rispetto ai malcostumi diffusi, ma è piuttosto un castigamatti in situazioni contingenti, uno che agisce sulle persone e non sui principi. E in questo atteggiamento ci sentiamo di appoggiarlo, convinti come siamo che i casi concreti facciano i principi e non viceversa.

La personalità intellettuale di Petruzzelli dona al proprio personaggio valore aggiunto rispetto all’originario personaggio di Cervantes, certamente più scassato e maldestro, il significato ne guadagna in positività diffusa e l’azione del protagonista diventa più efficace, anche quando sia assolutamente velleitaria.

Un modo che lascia sempre aperta la speranza, il convincimento che il combattimento contro i mulini a vento se oggi è una sconfitta domani sarà una vittoria, ed il mondo intero così persevera a migliorare, a dispetto dei predicatori di sciagure che vedono l’oggi peggiore del ieri e il futuro una catastrofe.

Grande dignità dunque nel don Chisciotte di Petruzzelli, pur nell’ironia, e grande umanità nel Sancho Panza cui il bravissimo Pirovano dà vita. L’uno e l’altro due facce della stessa medaglia, il mezzo bicchiere pieno e il mezzo bicchiere vuoto, la spinta alla conquista al di là della disillusione perenne, quest’ultima aderente al reale, obiettiva forse, ma inutile, che lo scudiero onnipresente interpreta e rappresenta 

Domenica 20 gennaio 2019

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