Teatro dell'Archivolto, danza contemporanea. Musiche Bèla Bartok, Deos Dance Ensemble

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Genova | dal 14 al 16/1

Teatro dell'Archivolto, danza contemporanea
Musiche Bèla Bartok, Deos Dance Ensemble

Le coreografie sono di Giovanni Di Cicco, Blaubart Blue, da 7.50 a 22 €

di Aldo Carpineti

Danza
Danza

Teatro dell’Archivolto | Piazza G. Modena 3, Genova, COMUNICATO STAMPA 

prima nazionale giovedì 14 venerdì 15 sabato 16 gennaio 2016

DEOS Danse Ensemble Opera Studio

BLAUBART BLUE

musiche Bèla Bartok - coreografia Giovanni Di Cicco

con Angela Babuin, Cristina Banchetti, Emanuela Bonora, Melissa Cosseta,

Giovanni Di Cicco, Maria Francesca Guerra, Barbara Innocenti, Erika Melli produzione DEOS Danse Ensemble Opera Studio

COMUNICATO STAMPA

Debutta giovedì 14 gennaio in prima nazionale al Teatro dell’Archivolto la nuova creazione di DEOS - Danse Ensemble Opera Studio, compagnia di danza contemporanea diretta da Giovanni Di Cicco e residente presso la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Blaubart Blue (repliche venerdì 15 e sabato 16 gennaio, sempre ore 21) si ispira all’unica opera lirica di Bèla Bartók, Il castello del duca Barbablù. Scritta nel 1911 in collaborazione con Bèla Balázs - un importante teorico del cinema del novecento, che si occupò della stesura del libretto – l’opera si ispira alla favola di Perrault, raccogliendone le suggestioni simboliche. La sfida coreografica di Blaubart Blue è quella di rispettare la complessa partitura musicale e l’intima costruzione drammatica dell’opera di Bartók, traducendo liberamente l’oscuro percorso interiore del protagonista.

In scena lo stesso coreografo Giovanni Di Cicco impersona Barbablù. Sette danzatrici - Angela Babuin, Cristina Banchetti, Emanuela Bonora, Melissa Cosseta, Maria Francesca Guerra, Barbara Innocenti, Erika Melli - occupano la scena insieme a lui: sono le donne del duca, le donne del passato e la donna del presente, la sua fresca sposa Judit, che come nella favola originale inizierà ad aprire ad una ad una le famose porte.

Le stanze del castello rispecchiano la geografia inconscia di Barbablù. Nel regno della sua memoria crudele s’affollano apparizioni spettrali di donne, fantasmi o proiezioni, grottesche e severe al tempo stesso, che convivono senza mai vedersi, intrappolate in uno stesso delirio. Judit, specchio di un impossibile desiderio d’amore, sfida i cattivi presentimenti e insiste per aprire le porte del suo io segreto e addentrarsi fino in fondo al suo animo. Ma dopo aver aperto l’ultima porta, sarà inghiottita dalla notte. Nel silenzio della morte imminente, la solitudine di Barbablù resta l’unica vera presenza, inevitabile come una condanna.

Lunedì 11 gennaio 2016

© Riproduzione riservata

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