Teatro Stabile di Genova, novità in cartellone alla Corte e al Duse

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Genova | dal 19 e dal 20 gennaio

Teatro Stabile di Genova, novità
in cartellone alla Corte e al Duse

Orestea di Eschilo e Due donne che ballano di Josep Maria Benet

di Aldo Carpineti

Una scena di Orestea
Una scena di Orestea
Orestea di Eschilo (alla Corte, dal 19 al 24 gennaio) e Due donne che ballanodi Josep Maria Benet i Jornet (al Duse, dal 20 al 24 gennaio) sono i due prossimi spettacoli in scena al Teatro Stabile di Genova. Diretti rispettivamente da Luca De Fusco e da Veronica Cruciani, i due allestimenti ospiti propongono, il primo, l’unica trilogia completa giunta sino a noi dalla tragedia greca antica e il secondo un testo contemporaneo spagnolo coniugato sul tema della solitudine e della solidarietà femminile. 
S’inizia quindi martedì 19 gennaio con Orestea, che raccoglie in un unico spettacolo la tragica saga degli ultimi discendenti di Atreo: l'odio cova tanti anni e si esprime nel regicidio (Agamennone), la vendetta viene spinta sino al matricidio (Le Coefore), il senso di colpa di Oreste viene assolto dal tribunale divino (Le Eumenidi).
La prima tragedia narra come Agamennone, di ritorno dalla guerra Troia, venga ucciso a colpi di scure dalla moglie Clitemnestra e dal suo amante Egisto, anche nel ricordo della figlia Ifigenia, sacrificata agli dèi al fine di ottenere venti favorevoli per Troia. La seconda tragedia racconta come Oreste, dieci anni dopo l’uccisione del padre Agamennone, torni ad Argo e, su ordine di Apollo, porti a compimento la vendetta dando la morte alla propria madre e al suo amante. La terza tragedia ha come protagoniste le Erinni, dee che impersonano la vendetta: sono loro che dopo il matricidio perseguitano Oreste sino a sottoporlo a un processo presso il tribunale dell’Areopago, dal quale Oreste viene infine assolto, e le Erinni si trasformano in Eumenidi. Una grande trilogia, quella di Eschilo, che racconta anche il passaggio della Grecia dalle barbarie alla civiltà. Uno spettacolo con il quale il Teatro di Napoli legge la tragedia greca come opera d'arte totale: prosa, musica e danza, unite insieme secondo lo stile del teatro/video già sperimentato dal regista Luca De Fusco in allestimenti precedenti visti anche a Genova, quali Antigone, Antonio e Cleopatra e Il giardino dei ciliegi.
Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Stabile di Napoli e dallo Stabile di Catania, è diretto da Luca De Fusco e viene presentato nella versione italiana di Monica Centanno, con protagonisti Mariano Rigillo, Elisabetta Pozzi, Angela Pagano, Gaia Aprea, Anna Teresa Rossini, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Paolo Serra e con Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta, Patrizia Di Martino, Francesca De Nicolais, Gianluca Musiu, Federica Sandrini, Dalal Suleiman, Enzo Turrin. Le scene sono di Maurizio Balò, i costumi di Zaira de Vincentiis, le luci di Gigi Saccomandi. Lo spettacolo si avvale anche della collaborazione di due artisti israeliani: la coreografa Noa Wertheim, direttrice della Vertigo Dance Company e il compositore Ran Bagno, autore delle musiche originali. 
A causa della sua insolita lunghezza (circa 4 ore) lo spettacolo viene proposto alla Corte con inizio tutte le sere alle 19,30 (domenica alle 16).
 

 

Il giorno seguente, mercoledì 20 gennaio, va in scena al Duse Due donne che ballano di Josep Maria Benet i Jornet: un testo contemporaneo scritto per attrici soliste e interpretato da due protagoniste della scena italiana della nuova generazione, Maria Paiato e Arianna Scommegna.
Scritto pochi anni fa da un autore nato nel 1940 e considerato il padre del teatro catalano, lo spettacolo racconta in modo gentile e amaro, ma anche profondamente ironico, il rapporto tra una donna anziana e una giovane chiamata a farle da badante, tracciando così l’immagine di un’intera società, da cui le persone difficili e scomode sono estromesse o confinate ad affrontare in solitudine il proprio destino.
Le due protagoniste sono donne schive, ma energiche e sarcastiche. Si detestano perché sono simili, perché ognuna ha bisogno dell'altra, e, nella solitudine delle rispettive vite, sono l'una per l'altra l'unica presenza confortevole. Consumano le poche ore alla settimana che passano insieme litigando, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare. Ballano al ritmo della loro vita. Ballano come balla una nave in balìa delle onde. Ballano la danza dell'esistenza dura e difficile di chi porta dentro una sofferenza, ma fuori esibisce una faticosa immagine di forza e autosufficienza. Ballano come una coppia estratta dal mazzo della casualità, come quando nelle balere due sconosciuti si trovano a ballare insieme. E per questo ballo non ci sono cavalieri, non ci sono uomini possibili, non ci sono mariti, padri o figli ad accompagnarle. Sono solo due donne che ballano. Avrebbero potuto non incontrarsi mai e continuare a ballare da sole come hanno sempre fatto, e invece per loro fortuna il sollievo della coppia finalmente addolcisce un poco la fatica di vivere.
Diretto da Veronica Cruciani nella versione italiana di Pino Tierno, lo spettacolo interpretato dalla Paiato e dalla Scommegna si avvale delle scene e costumi di Barbara Bessi, delle musiche di Paolo Coletta e delle luci di Gianni Staropoli.
Venerdì 22 gennaio (ore 17) nel foyer del Teatro della Corte, Maria Paiato e Arianna Scommegna s’incontrano con il pubblico. Conduce l’incontro Umberto Basevi. L’ingresso è libero. 

 

Giovedì 14 gennaio 2016

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