Umiltà, volerla insegnare agli altri è l'atto di più alta presunzione, i cattivi maestri...

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Umiltà, volerla insegnare agli altri è l'atto
di più alta presunzione, i cattivi maestri...

Altro spunto dalla vita di tutti i giorni e dalla frequentazione dei social

di Aldo Carpineti

Genova bella, per fortuna...
Genova bella, per fortuna...

Dio (o chi per lui) ci liberi dagli insegnanti moraleggianti, dai doppiogiochisti, dai parenti e dagli amici falsi, dagli psichiatri disonesti ed incapaci... e la lista potrebbe continuare ancora un bel pezzo.

Il discorso prende le mosse, come spesso accade, da LinkedIn (palestra di conversazioni) che come tutti e tutte le istituzioni, è apprezzabile quando fa il suo mestiere... perde ogni smalto e credibilità quando diventa moraleggiante (dico moraleggiante, non morale) cadendo in atteggiamenti di melensaggine da far paura. 

Partito bene, citando il bellissimo Cantico delle Creature di San Francesco e la sua interpretazione della parola *umile* (di umiltà si può parlare, come di ogni altra cosa, diverso è quando si pretende di insegnarla agli altri) LinkedIn si trascina poi pian piano in atteggiamenti sempre più didattici e presuntuosi: proprio l'opposto dell'umiltà. 

Giudicare altre persone poco umili e prendersi la briga di correggerle mi pare un ruolo che contraddice se stesso. Se poi la prassi parte da qualcuno che ha scarso ingegno e da presupposti infondati, i risultati finali non possono essere che disastrosi. L'antico poeta Fedro citava la volpe e la maschera tragica: *Oh quanta species, sed cerebrum non habet* oh quanta apparenza, ma è senza cervello. 

E senza cervello appare davvero chi vuole ergersi a maestro di umiltà: una contraddictio in terminis, un mettere a nudo la contraddizione e la pocaggine del proprio spirito.

Lunedì 29 novembre 2021

© Riproduzione riservata

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