di Redazione
Savona- Che fine ha fatto Fausto Benvenuto? Un caso di omonimia tra associazioni artistiche locali riaccende le aspettative di una platea di aficionados del mondo della cultura. L'ex golden boy del centrodestra savonese, originario di Genova Sestri Ponente, esperto in storia ed arte, si è dato ai funghi nei boschi del sassellese? Letteralmente. Come risulta dalle cronache, l'ex consigliere comunale forzista di Savona, dopo un conteggio di voti al fotofinish, visse il suo mandato dal 2011 al 2016, dopo essere spuntato quasi dal nulla, come un illustre sconosciuto a cui la gente diede molto credito, divenendo fautore di battaglie concrete su vari temi civili, sociali e urbanistici che avrebbero dovuto incidere sul rilancio del territorio. Nel capoluogo savonese era giunto nel 2006, ma essendo già stato outsider alle elezioni comunali ad Arenzano nel 2004 con «Lista liberal-protestante: liberali che protestano », con cui si candidò sindaco, ed ancor prima, a cavallo del 2000, coinvolto in eventi culturali, come trovatore di rime declamate anche con l’accompagnamento musicale in varie sedi, tra cui il Kursaal Margherita, a Varazze. Quindi fu protagonista di altri passaggi elettorali a Varazze e Sassello, qui eletto in minoranza. Dopo 12 anni di intensa battaglia politica e programmatica, dichiaratamente sempre a sue spese, nel 2016 annunciò e poi declinò la sua ricandidatura, come sindaco, per le amministrative a Savona, dando ufficialmente l’addio alla creatura di Silvio Berlusconi, Forza Italia, ritenuta la stessa non un'associazione politica, ma un partito anarchico alla base e piramidale al vertice, costituzionalmente poco democratico. Una decisione combattuta, segnata da un forte travaglio personale e familiare, essendo l’ars politica per chi possiede sensibilità umana e civica, aspirando a risultare fattivo cercando di migliorare il nostro paese, informando il proprio pensiero storico-politico alla dottrina pragmatica e tradizionale dei partiti conservatori e alla equilibrata realpolitik tedesca, basata su conti in ordine, equità sociale e sgravi al libero mercato, senza utopie, con una capacità di analisi nettamente superiore alla media degli dirigenti politici. Eccolo, quindi, alla stregua dei tanti liguri, costretti tra mare e monti, che nei secoli hanno amato, o meglio, quasi venerato, i boleti delle varie specie, cogliendone a più non posso tra le distese silvestri intorno a Sassello. Il riavvicinamento alla ridente località di villeggiatura dell’entroterra, frequentata da lui sin dall’infanzia, pare farlo desistere dalla scelta rinunciataria verso la politica. L’occasione propizia per una ridiscesa in campo, quale moderno Cincinnato, sono le elezioni comunali della primavera 2018, ma è un dejavu, voci giornalistiche che non trovano conferma, alla fine il suo nome non figura tra i seggi nella corsa alla poltrona di sindaco. Ad un certo punto la via dell’arte del governo a lui sembra preclusa, ma mai dire mai, tornerà a solcare gli spazi dell’arte tout court? In suo nome arrivò a Savona nel 2006, in qualità di direttore culturale a Villa Cambiaso, dove costruì nel tempo il suo trampolino di lancio in politica, grazie ad una sua creatura innovativa, che i più attenti osservatori del settore ancora si chiedono se sia stata messa o meno in naftalina. Poggiandosi su referenze di esperto di storia, talora definito libero docente perché, aldilà di una frequenza universitaria, non risulta una laurea in materia, critico d'arte, Benvenuto infatti anima «Il Cenacolo degli Artisti» in veste di direttore, dalla fondazione, avvenuta nell’agosto del 2006, fino almeno alle annate 2010-2011, in concomitanza con l’inizio del suo quinquennio di mandato di consigliere dell’amministrazione comunale di Savona. Non esiste evidenza di sviluppi successivi. Dal 2011, di conseguenza la vena prolifica del Cenacolo di Benvenuto pare di conseguenza essersi esaurita. Dagli annali emergono le molteplici iniziative dell’epoca, nella Sala Congressi di Villa Cambiaso, ove si tennero mostre, con opere di artisti invitati da tutt’Italia e la partecipazione di testimonials famosi, quali il Critico d'Arte Prof. Vittorio Sgarbi, la star televisiva Alessandra Canale, le attrici Antonella Elia, Giorgia Wurth e Ramona Badescu. I titoli degli eventi talora destarono scalpore sulle cronache del tempo. Ne dava conto nel febbraio 2007, Aldo Maria Pero, critico d'arte, promotore e gallerista, sulle pagine della rivista Villa Cambiaso. Nell’organico del Cenacolo figuravano diversi artisti: Allemanni Walter - Baldelli Elena - Balloni Marinella - Cino- De Maurizi Angela - Delfino Teresa - Galleano A. Maria - Gambaretto Ettore - Garofaro Roberto - Gattuso Afra - Lammardo Simone - Mantero Fabio - Mantisi Cristina - Martinesi Claudio - Oliveri Piero - Paravidino Marco - Preve M. Teresa - Rabino Iole - Ravera Gianni -Relini Mariella - Scaramozzino Roberto - Vangelista - Venier Emy - Venturi Joe - Zunino Leopoldo. Quindi anche il titolare dell’Atelier d’Arte Gambaretto, più volte recentemente balzato alla luce dei riflettori dei giornali su carta e online. Ma adesso un grande ostacolo potrebbe dover affrontare Benvenuto, se dopo un lungo periodo sabbatico, optasse per rimettersi in gioco in prima persona, stavolta rispolverando il suo ampio e dorato curriculum storico-artistico e non come politico, dando una sterzata alla sua carriera, nuovamente attraverso «Il Cenacolo degli Artisti», cavallo che vince non si cambia. I problemi potrebbero derivare da iniziative associative che stanno fiorendo sul territorio, di cui è già stata data notizia nelle scorse settimane, ossia per il recente debutto del Centro Culturale «Il Cenacolo degli Artisti», in cui, attorno alla prestigiosa figura della scrittrice e film-maker Maria Scarfì Cirone, si è aggregata una compagine in gran parte composta da personalità già facenti parte, come lei, essendone vicepresidente, de «La Casa delle Arti», con un proposito dal palese sapore di amarcord e soprattutto gradevole a un certo tipo di pubblico più attempato e intellettualmente qualificato. Sorge, a questo punto, spontaneo il dubbio se i sodali del neocostituito Centro Culturale «Il Cenacolo degli Artisti», nell’adozione del nome dello stesso, abbiano vagliato o meno la preesistenza di un così lampante caso di omonimia, proprio a Savona. Oppure se ne siano stati completamente all’insaputa, banalmente confidando in un supposto diritto di prelazione discendente dal titolo: «Il Cenacolo degli Artisti» di un filmato: di Pino Cirone e Maria Scarfì, che è proprio l’ispiratrice del nuovo soggetto, in tal caso un’apparente carenza di avvedutezza non giustificabile con il lungo cabotaggio nella società civile da parte della stessa. Si rivela comunque palesementente che alla medesima denominazione fecero appello anche altri, conterranei, all’atto di fondare un’associazione consimile, traendo forse spunto dal titolo di un famoso dipinto a olio di Virio da Savona (al secolo Vittorio Agamennone): Il Cenacolo degli Artisti, del 1970. Aldilà di ogni eventuale polemica e futile disputa, trattandosi di propositi entrambi legittimi, non sovrapponibili sebbene forieri di qualche confusione, e differiti nel tempo nel campo ampio e libero dell’Arte, si sono disvelati retroscena che però non possono non gettare aloni d’ombra sull’originalità di un’idea.
Martedì 18 settembre 2018
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