di Aldo Carpineti
29 novembre 2017, ore 17.45 Sala del Munizioniere Un dialogo su Essere e Tempo di Martin Heidegger Giacomo Marramao e Antonio Gnoli Un confronto tra Giacomo Marramao e Antonio Gnoli sull'attualità/inattualità di Heidegger a novant’anni dalla pubblicazione di Essere e Tempo, un grande classico del Novecento.
Ultimo appuntamento del ciclo Meraviglie Filosofiche - IV edizione, a cura di Nicla Vassallo e Elvira Bonfanti.
Antonio Gnoli è giornalista e saggista. È stato redattore capo delle pagine culturali di Repubblica, quotidiano su cui scrive tuttora, ed è autore e coautore di saggi e libri-intervista nati da conversazioni insieme a personalità di spicco della cultura italiana ed europea (Franco Volpi, Edoardo Sanguineti, Gianfranco Ferroni, Ernst Jünger, Albert Hofmann). Nell’arco della sua attività pubblicistica si è occupato di Rainer Maria Rilke, Jacob Burckhardt, Ferdinand Bordewijk, Martin Heidegger, Alexandre Kojève, John Dos Passos; ha inoltre pubblicato una memorabile intervista del 1982 a Bruce Chatwin (La nostalgia dello spazio). Nel 2016 ha raccolto pensieri e riflessioni del cantautore Francesco De Gregori nel volume Passo d’uomo.
Giacomo Marramao, allievo di Eugenio Garin, nel 1969 si è laureato in Filosofia all’Università di Firenze. Dal 1971 al 1975 ha proseguito gli studi all’Università di Francoforte, lavorando soprattutto intorno ai diversi filoni del marxismo italiano ed europeo. Nel 1971 ha pubblicato Marxismo e revisionismo in Italia, rintracciando in Gentile la chiave di volta filosofica del marxismo italiano. Dal 1976 al 1995 ha insegnato Filosofia della politica e Storia delle dottrine politiche presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel 1979 è uscito il suo libro Il politico e le trasformazioni, nel quale ha posto a confronto le tematiche del marxismo europeo degli anni ’20-30 con le analisi delle trasformazioni del politico di Carl Schmitt (del cui pensiero egli è stato uno dei primi riscopritori). A partire dal volume Potere e secolarizzazione è venuto elaborando una teoria simbolica del potere (e del nesso politica-tempo) incentrata sulla ricostruzione archeologica dei presupposti del razionalismo occidentale.
Fondamentali, nel dibattito politico-culturale degli anni Ottanta, le sue collaborazioni a due riviste: Laboratorio politico (1981-1983) diretto da Mario Tronti e il Centauro (1981-1986), diretto da Biagio de Giovanni.
È stato direttore scientifico della Fondazione Basso-Issoco, membro del Collège International de Philosophie di Parigi e professore honoris causa all’Università di Bucarest.
Nel 2005 la presidenza della Repubblica francese gli ha conferito l’onorificenza delle Palmes Académiques. Nel 2009 ha ricevuto il Premio internazionale di filosofia Karl-Otto Apel e nel 2013 il titolo di doctor honoris causa in Filosofia dalla Universidad Nacionál de Córdoba (Argentina).
Insegna filosofia politica e filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università degli Studi Roma Tre.
Venerdì 24 novembre 2017
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