di Aldo Carpineti
RINGO
Colpito a piombo nella schiena
lo vidi steso nel deserto
che respirava come un morto
scattò brillando la mia lama
e la pallottola levai
e la sporca vita gli salvai
a quel Ringo
Per tanto tempo l'ho curato
finché alla fine mosse un dito
e lo cacciò nella pistolaccia
che a cento metri ti coglieva
persino un acino di uvaccia
così capii che era guarito
quel dito
Un giorno poi ci dividemmo
diverse strade ci scegliemmo
io fui la legge con la stella
con il winchester sulla spalla
e lui bandito diventò
terrore e sangue seminò
quel Ringo
Io fui sceriffo a Santa Fé
lui fece un piatto con tre re
ma fatalmente il suo destino
riattraversava il mio cammino
finché una sera di blue moon
lo vidi entrare nel saloon
quel Ringo
Veloce estrassi la mia colt
lo avevo fatto tante volt
ma lui la colse proprio in pieno
rimase vuota la mia mano
di fronte a me era spianata
la sputacchiera indemoniata
ehm... la sputafuoco indemoniata
E quella fu
la gente dice
la sola volta che sorrise
rimise a posto la pistola
e mormorò qualche parola
restiamo amici per favore
del buono aveva nel suo cuore
quel Ringo
Per un istante mi guardò
poi scosse il capo e se ne andò
lo rimpinzarono di piombo
appena fuori
fino a quando
colpito a morte stramazzò
nessuno lacrime versò
per Ringo
Nel West la gente adesso dice
che la mia mano fu veloce
che superò quel pistolero
ma se passate al cimitero
nessuno sa
chi ce l'ha messa la stella d'oro
sulla fossa
di Ringo
Giovedì 5 maggio 2016
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