Viaggio in Liguria attraverso la Fotografia il viaggio continua con la quarta parte

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Genova | Immagini fotografiche

Viaggio in Liguria attraverso la Fotografia
il viaggio continua con la quarta parte

Riprendiamo il nostro viaggio iniziato con le prime immagini di Daguerre, seguite da ambrotipi -non liguri- e da alcuni ferrotipi invece ancora ripresi in Liguria

di Enrico Franceschi, Maria Augusta Carpineti e Franca Franceschi

Una foto di Noack segnata con il N° 1 sul negativo
Una foto di Noack segnata con il N° 1 sul negativo

Viaggio in Liguria attraverso la Fotografia. Quarta parte

Riprendiamo il nostro viaggio iniziato con le prime immagini di Daguerre, seguite da ambrotipi – invece non di provenienza ligure – e da alcuni ferrotipi ancora ripresi in Liguria. Si rimanda pertanto alle precedenti note su questi processi, apparse su Reteluna[1].

La fotografia – ormai conosciuta a pieno titolo con tal nome – si sviluppa e si diffonde in tutta la Liguria e la vicina regione di Nizza, all’epoca ancora facente parte della Riviera Ligure e del Regno di Sardegna. Siamo infatti a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 del 1800; il trattato di Torino del 24 marzo 1860 sancì l'annessione della Contea di Nizza e della Savoia alla Francia[2], nonostante la decisa contrarietà di Giuseppe Garibaldi e di molti altri personaggi di spicco.

Quali erano i fotografi operanti in Liguria in questa manciata di anni? Per un utile approfondimento al riguardo si rimanda ai testi fondamentali di Marcenaro [3] e di Becchetti[4].

Prendiamo lo spunto, in questa nota, da alcune immagini di Famiglia, che possono, comunque, dare una idea della larga diffusione che questa nuova tecnica ebbe immediatamente anche nella nostra Regione. Tali immagini, se guardate con un senso di curiosità, possono ancora diventare un utile strumento di studio.

Tornano alla mente alcune osservazioni di visitatori illustri della nostra Città, stupiti dalla sua originalità e bellezza.

Stendhal: «Questa città è costruita mirabilmente ad anfiteatro...fra la montagna e il mare... il vento porta il profumo degli aranci».

Charles Dickens che, giungendo a Genova e «rimanendo ad osservare lo sviluppo graduale dello splendido anfiteatro, nel quale... i giardini apparivano sopra i giardini, i palazzi sopra i palazzi e le alture sopra le alture» ebbe a dire «...non avrei mai creduto d'arrivare fino al punto di sentirmi attratto perfino dalle pietre delle vie di Genova!»

Ma volendo dare uno sguardo a come è cambiata la tecnica fotografica, occorre riconoscere che tramite una vera e propria rivoluzione si è passati dalle lastre metalliche, per quanto preziose, di Daguerre, in maniera graduale, ma decisa ed irreversibile, a lastre di vetro, su cui un nuovo materiale ha il ruolo, nello stesso tempo, di collante e di mezzo disperdente per i sali, di svariata natura (ma principalmente basati sugli alogenuri di argento), sensibili alla luce. Questo nuovo materiale è il collodio, introdotto dal famoso fotografo Gustave Le Gray nel 1851 e rapidamente diffusosi alla sua scuola. Nasce così «la prova negativa» su lastra di vetro e la possibilità di ottenere un numero qual si voglia di «prove positive» o «stampe» su carta albuminata.

Quando, poco prima del 1858, il celeberrimo, ai giorni nostri, ma ancora sconosciuto all'epoca, Alfred Noack giunse a Genova, si trovò preceduto da altri fotografi, anch'essi stranieri, alcuni, quali Adolphe Bernoud, di passaggio nella nostra Città, altri. invece, come Adolphe Godard e Celestino Degoix, con studi stabili. Pressocè contemporaneamente sono attivi gli studi di Carlo Molino, in strada San Sebastiano 20; di Godard e Caorsi, in crosa del Diavolo, N°3; di Giovanni Scotto in Via Orefici N°6, a cui via via si aggiunsero molti altri.

Il Palazzo del Principe... visto da Noack, come appariva alla metà dell'ottocento
Il Palazzo del Principe... visto da Noack, come appariva alla metà dell'ottocento
La Piazza dei Miracoli a Pisa. Il «fantasma» scuro quasi centrale è la traccia lasciata dal movimento di un passante, troppo rapido per lasciare impressa una immagine dati i tempi lunghi di ripresa
La Piazza dei Miracoli a Pisa. Il «fantasma» scuro quasi centrale è la traccia lasciata dal movimento di un passante, troppo rapido per lasciare impressa una immagine dati i tempi lunghi di ripresa

Noack, proveniente dai cieli grigi del nord Europa, scoprì i colori dei cieli della Riviera e se ne innamorò; questo lo portò a muoversi ovunque in Riviera e a descriverne, con le sue fotografie, anche gli angoli più nascosti, sino a Nizza, portandosi anche in molte altre località della Penisola. Partiamo quindi proprio offrendo immagini di grande formato di Noack, che riguardano Genova, ma anche Pisa, anche se le riprese fotografiche rischiano di travalicare i limiti temporali che ci siamo dati.


[1] In data 19 Novembre 2020, 30 Novembre 2020 e 16 Dicembre 2020

[2] Gustavo Mola di Nomaglio, La cessione di Nizza e Savoia alla Francia. Nazionalità identità e ragion di Stato, Torino, Marco Valerio Editore, 2011, 636 pp. , ISBN 978-88-7547-2979

[3] Giuseppe Marcenaro, La Fotografia Ligure dell’Ottocento, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, 1984.

[4] Piero Becchetti, Fotografi e fotografia in Italia 1839-1880, Edizioni Quasar, 1978

Domenica 20 dicembre 2020

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