di Maria Grazia Dapuzzo
Care lettrici e lettori di Genova Reteluna oggi desidero raccontarvi del viaggio itinerante che mio marito ed io ci siamo ritagliati nel mese di febbraio in Sardegna, dopo un periodo un poco pesante per motivi di salute.
La prima volta che andammo in Sardegna fu quarantatrè anni fa, ad agosto ed ero incinta; allora visitammo il settentrione dell'isola, soprattutto per vivere lo splendido mare e la natura.
Negli anni successivi abbiamo girato per il mondo, ma come ci ha detto un poliziotto, con il quale ci siamo fermati a parlare appena sbarcati, «... il mondo è lì, in Sardegna».
In effetti la Sardegna è un continente dove si può trovare tutto, il mare, i monti, le coste frastagliate, le spiagge, la natura rigogliosa in tutte le sue manifestazioni.
Nella seconda metà di febbraio sembrava di essere in un altro mondo rispetto al Piemonte; gli alberi erano già tutti in fiore bianco, rosa e le mimose stupende con il loro giallo intenso.
Ci sono le piante grasse di Euforbia Eritrea giganti, sono praticamente degli alberi. E poi... alberi da sughero, di mirto, eucalipti, ecc.
Il viaggio è stato molto bello e interessante. Ci siamo spostati, da un luogo all'altro, dormendo nello stesso posto due notti per volta e guardando quello che offriva il territorio sia dal lato naturalistico sia da quello artistico-culturale.
Abbiamo preso il traghetto a Livorno e siamo sbarcati a Olbia. Piccola pausa a Berchidda e al lago Coghinas per poi riprendere verso ovest e raggiungere Ittiri, dove abbiamo soggiornato presso l'agriturismo Su Recreu; la ristoratrice ci ha fatto assaggiare le ottime specialità del territorio.
La serata sul lungo mare ad Alghero e nel suo centro storico è stata veramente piacevole e rilassante. Il giorno dopo finalmente abbiamo visitato il nuraghe trilobato di Santu Antine; era da tempo che desideravo visitare i complessi nuragici.
Lasciata la zona di Thiesi, Torralba e Ittireddu, abbiamo puntato verso sud per soggiornare a Oristano dove era appena terminata la famosa Sartiglia.
Visita al museo di Cabras, San Giovanni in Sinis e nell'area archeologica di Tharros; quest'ultima in età punica era una delle città più importanti della Sardegna e continuò a esserlo anche in età romana.
Lasciato Oristano, ci siamo diretti ancora più a sud e nei pressi di Guspini abbiamo costeggiato la vasta zona mineraria di Montevecchio.
Abbiamo proseguito per soggiornare a Sant'Antioco e visitare il museo archeologico che custodisce la storia millenaria dell'isola, il Tofet (luogo sacro), la necropoli, l'acropoli, il forte Sabaudo, il villaggio ipogeo (conosciuto come Is Gruttas) e il museo etnografico che mantiene viva la memoria domestica del territorio.
Nei pressi di Villaperuccio abbiamo visitato la grandiosa necropoli preistorica di Montessu; l'area cimiteriale risale al neolitico (4300 - 4000 a C.) con ben 35 «Domus de Janas», in lingua sarda significa casa delle fate o delle streghe, in realtà sono tombe, dove sono stati trovati i corredi funebri che accompagnavano il morto nell'aldilà. Particolarmente interessanti sono le tombe-santuario con decorazioni a spirali, simboli concentrici e protomi taurine.
Siamo poi risaliti verso il centro della Sardegna a Barumini, Escolca, soggiornando a Orroli per visitare il nuraghe Arrubiu (datato XIV secolo a C. perché è stata ritrovata una ceramica micenea a livello delle fondazioni); è il più maestoso e imponente fra i complessi megalitici visitabili ed è l'unico pentalobato con il suo bastione centrale. Arrubiu significa rosso perché la costruzione in blocchi di basalto è ricoperta dai licheni che conferiscono il caratteristico colore rosso. All'esterno del complesso ci sono le permanenze strutturali di tre capanne: due di epoca nuragica a forma circolare, la terza quadrata di epoca romana.
A malincuore abbiamo preso la strada del ritorno per imbarcarci a Olbia, transitando lungo la littoranea: Jerzu, Tortoli, Baunei, Dorgali, Siniscola e Olbia.
La notte del ritorno il mare era grosso, il traghetto messo di prua sembrava che cavalcasse le onde; io ho dormito magnificamente!
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Sabato 18 marzo 2023
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