Vince di misura la sostenitrice dell'ala meno estrema nella difficile corsa contro Cofferati

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Genova | primarie regionali alla paita

Vince di misura la sostenitrice dell'ala meno
estrema nella difficile corsa contro Cofferati

Non sono bastate all'ex sindaco di Bologna le credenziali internazionali

di Aldo Carpineti

I tre concorrenti
I tre concorrenti

Dunque ha vinto la Paita. Le previsioni apparivano quanto mai difficili e controverse perché se è vero che la Paita rappresentava in qualche modo il Pd di governo, tanto da essere stata recentemente sponsorizzata dalla Pinotti in modo aperto, Cofferati poteva essere considerato a tutti gli affetti un osso duro da rodere sia per il suo carisma personale sia perché il dissenso proveniente da sinistra in questo momento nel Pd non è cosetta da poco. Cofferati è parlamentare europeo da diversi anni ed anche questa circostanza non poteva non pesare sulle considerazioni prima del voto; in più, aveva recentemente raccolto il consenso congiunto di Vendola e Civati, due soggetti non facilissimi ad essere messi insieme pur nella identità di gran parte della visione politica.

La Paita conosciuta in Liguria ed ortodossa rispetto alle attuali linee guida del partito, Cofferati conosciuto a livello nazionale ed internazionale, un passato sindacale e politico importante, la leadership sull’ala più a sinistra del partito.

La Liguria ha scelto il Governo, la fiducia alla Paita è un punto a favore di Renzi ed una conferma che tutto sommato la sua politica, in questo momento, funziona a livello di opinione pubblica e la gente è sostanzialmente con lui. Renzi da stasera potrà continuare a lavorare con maggiore serenità e con la tranquillità di avere avuto un responso favorevole proveniente da una piazza tradizionalmente difficile ed indicativa come quella ligure.

Nel proprio programma la Paita ha dato grande spazio all’appoggio alle imprese, considerato che esse possano rappresentare il motore per la ripresa economica nazionale: le imprese come produttrici di ricchezza e motore per il benessere di tutti, capaci di far muovere gli ingranaggi dell’economia; una concezione Keynesiana e Rooseveltiana che si accomuna alla richiesta di Renzi di non andare tanto per il sottile nel rispetto dei parametri economici che sono guida per la Ue (richiesta che lo vede daccordo con a Hollande contro la opinione della Germania) e badare piuttosto a promuovere una spesa che sia in grado di rimettere in moto la produzione.

Può essere una strategia vincente, anche e soprattutto in Liguria, terra che in questo momento è ricca di fermenti, sia per quanto riguarda le attività ed i progetti connessi con lo sforzo che si sta verificando in Porto sia sul fronte che la vede in prima linea attraverso l’attualità dei movimenti relativi al terzo valico e, anche se in forma rallentata, alla gronda: il che, in realtà, è poi un tuttuno. Con la benedizione e il sostegno del Presidente della Commissione europea che nella sua relazione di ingresso alla carica, nel novembre scorso, aveva più volte citato Genova e la Liguria come uno dei grimaldelli primari per lo sviluppo comunitario. In questa realtà si inserisce la figura di Marco Doria che, a nostro modo di vedere, dovrà mettere da parte le sue origini Sel e diventare veramente un sindaco per tutti, soprattuto un po più decisionista.

Un momento grandemente delicato, dunque, tanto per la nostra regione che si usa indicare con la r minuscola quanto per la Regione in quanto istituzione, che dovranno saperlo cogliere, l’una e l’altra, nella maniera più propizia e carica di fermenti per i migliori risultati.

In gamba Paita! dunque. La Liguria intera si aspetta di muoversi con te. 

Chiunque avesse vinto queste primarie avrebbe meritato l’appoggio di tutti sulla strada dello sviluppo. Il testimone è oggi in mano alla Paita, e perciò buona fortuna alla Paita

Ma l'ultima parola spetta al confronto con il rappresentante delle destre.

Lunedì 12 gennaio 2015

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