di Luigi Carpineti
Cibernetica Uomo-Macchina Computer Science
La psicologia naturalistica di Freud e la psicologia antropologica di Biswanger
Comportamentismo e Conoscitivismo
La scuola che nel ‘900 si è più battuta per una riproduzione oggetiva della psicologia è stata il comportamentismo. Per il suo fondatore, Wadson (1878 – 1951), i fenomeni psichici sono quelli che si possono scorgere sotto forma di comportamenti. Tutti gli altri e le funzioni generali eccedenti l’ambito di tale esperienza vanno respinti. Il compito della psicologia è di cogliere le connessioni e le leggi che regolano atti ed eventi psico-comportamentali.
Per Wadson, in effetti, l’organismo umano agisce in modo regolare e prevedibile. I suoi atti sono altrettante Risposte a stimoli provenienti dall’esterno, e l’unica differenza tra l’uomo e l’animale è la complessità di comportamento.
Negli anni precedenti e seguenti la seconda guerra mondiale, assai appoggiata dal neo-positivismo, ha avuto successo e ha elaborato i suoi principi teorici.
Così in particolare E.C.Tolnam (1985 – 1971) ha sottolineato l’irridicibilità del Comportamentismo rispetto a componenti strumentali e l’imprescindibilità in esso di aspetti aprioristici.
C.L.Hull ha invece approfondito la motivazione del comportamento umano e ha tentato un condizionamento della psicologia.
Skinner il più celebre neo-comportamentista ha ulteriormente potenziato un’azione di riposta ad uno stimolo. L’uomo è sempre condizionato ab externo.
A partire dagli ani ’50 si è sviluppato in una sfera anglo-americana un indirizzo chiamato Cognitivismo. I suoi esponenti nigger (psicologia Cognitiva 1967) rifiutano il privilegiamento comportamentistico della serie di condotte osservabili e misurabili dell’uomo e la chiusura verso un mondo esterno. Si tematizzano scientificamente le funzioni interne: la attenzione l’intelligenza l’operatività. Le loro indagini si pongono in stretta connesione con la Cibernetica e l’informatica. La mente e l’uomo vengono paragonati a una calcolatrice secondo rapporti di input autput.
Dietro a tuto ciò c’è appunto il grande affermarsi della Scienza Cibernetica in formule.
Avviato da N. Wiener si pongono principi secondo cui il pensiero-linguaggio umano è organizzato secondo espressioni formalizzate e proposte che la macchina può riprodurre. Il duplice procedimento della tecnologia e della ricerca logico-formale impone lo sviluppo della riproduzione da parte della macchina dei percorsi mentali.
A partire dagli anni ’60 la Computer Science si configura come l’erede ideale di questa scuola (’40-’50). Il termine comparato come pure l’aggettivo Digitale sostituivano il calcolo matematico da cui la computer science è formata.
A-Twing negli anni ’30 trovò le condizioni necessarie e sufficienti affinché una macchina capisca in termini logico-matematici le operazioni umane. Un computer è un tutto costituito che un insieme (l’arwdvare) si apre al software che sviluppa sua volta l’ardware. Ci sono stati negli ultimi tempi studi sull’intelligenza artificiale una macchina realizza le sembianze in rete di elaborazione digitale di determinate meditazioni formali. Il presupposto generale dell’Ja è che le funzioni mentali sono operazioni oggettivabili e formalizzabili.
I successi della ja (macchina che gioca a scacchi; e che è intelligente ed esperta) hano riproposto rapporti tra l’uomo e la macchina in base a tre atteggiamenti di fondo: quello che sostiene una uguaglianza perfetta con la macchina, quello di quanti sostengono che tale componente ha solo una funzione intellettualistico-matematica, quello di quanti reagiscono affermando che tra l’uomo e la macchina è errato stabilire un’eguaglianza e lo trattano come se fosse un puro dispositivo obbediente a una logica fatta dei interessi e di comandi morali. Di qui il rifiuto che riferisce alla macchina concetti quali intelligenza, funzione, pensiero, decisione.
Un orientamento profondamente diverso dall’ermeneutica e dall’informatica ma anche da quello di Freud e Jung è quanto contenuto nell’opera dello studioso svizzero C. Binswanger (1892 – 1976).
Anch’egli, come Jung si distacca dall’indirizzo positivistico predominante, nella psicopatologia e nella concezione generale di Freud. Ma mentre Jung fonderà il suo distacco sull’analisi della vita, di Freud, Diswanger trova il suo punto di riferimento in Jaspaers, poi nella fenomenologia Husserviana, infine e soprattutto nel pensiero di H. Heidegger come si vede di aspetti prevalentemente filosofici. E dalla psicologia generale Jaspersiana, Biswanger deriva i propri concetti teorici: il rifiuto di considerare le maggioranze come delle coscienze mentali, l’automatizzazione della psicologia dalle altre forme di scienza.
Sarà peraltro proprio il privilegiamento Jaspersiano delle impressioni emotive ad allontanere Biswanger dall’autore della psicopatologia generale e ad avvicinarlo ad Husserv e poi soprattutto ad Heidegger. La dottrina di Huserv rischierebbe infatti più di tematizzare più la coscienza che la persona più le coscienze ideali che gli individui concreti e, nella dimensione esistenziale degli esseri umani reali.
Il pensiero di Heidegger porta invece all’inserzione dell’uomo nel mondo e a riproporre l’esperienza in tutti i sensi (interiore, corporeo, razionale, affettivo).
Appunto su Heiddeger che Biswanger svilupperà il suo pensiero maturo, forme fondamentali e miserie dell’esistenza.
Al centro dell’esistenza non un nudo soggetto ma un individuo considerato in Sé e per sé, non in un astratta concettualizzazione, ma un essere umano che è nel mondo con i soiu simili. L’oggeto dell’indagine di Biswanger è l’uomo interpretato non più in modo riduttivamente naturalistico e secondo la triade Es-ego-superego di Freud sostituiti dall’dea di persona totale da Biswanger.
Essere uomini è più che vivere. Accanto alla vita degli uomini c’è la vita dei simboli e dei miti, i progetti e le relazioni introspettive, l’intera storia e la società umana.
Alla luce di questi principi Biswanger ha criticato la psicanaliso di freud. La sua concezione dell’uomo secondo natura è troppo riduttiva, l’uomo è anche capace di progettare progeti di mondi. Bisogna considerare l’esperienza umana nel suo insieme. Una delle conseguenze è l’affermazione del’attenuazione del normale distacco tra normale e patologico. Salute e malattia sono solo modi di essere dell’uomo.
Per questo Biswanger si è preoccupato di seguire i percorsi della spazialità della corporeità e del movimento dei progetti dei disturbi diagnostici emanando tre opere tra loro congiunte, Il sistema 1956, Tristezza e mania 1957 e Schizofrenia 1957
Mercoledì 15 giugno 2016
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