6^ e ultima parte: La produzione artistica di Mutius Emmanuel Vultriensis Pittore

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6^ e ultima parte: La produzione artistica
di Mutius Emmanuel Vultriensis Pittore

Ultima parte: La produzione artistica
Passiamo ora ad esaminare le opere dell’artista, sino ad oggi inedite, che risultano strettamente legate a temi neoclassici secondo il gusto tipico dell’epoca

di Maria Augusta Carpineti, Enrico Franceschi, Franca Maria Franceschi, Giulietta Riva

Dettaglio di un'opera di Emanuele Muzio
Dettaglio di un'opera di Emanuele Muzio

VI La produzione artistica

Passiamo ora ad esaminare le opere dell’artista, sino ad oggi inedite, che risultano strettamente legate a temi neoclassici secondo il gusto tipico dell’epoca [1].

Le prime opere documentate di Emanuele Muzio, ventiquattrenne, rappresentano soggetti a carattere storico-mitologico. Proseguendo negli anni, la sua opera si orienta verso produzioni a carattere religioso, vedi la riproduzione di opere pittoriche del Reni o di Raffaello. L’ultima opera documentata (1812) è anch’essa a carattere religioso: S. Antonio in contemplazione di Gesù Bambino con Angeli su nubi. A questo quadro è legato un intervento miracoloso a favore di Chiara Modesta Rusca, moglie di Agostino, quando ormai anziana cadde ammalata e versò in pericolo di vita.

Diamo qui di seguito una breve descrizione di alcuni soggetti riprodotti da Emanuele Muzio, riportando, ove presenti, le indicazioni relative alla provenienza dell’opera pittorica originale, procedendo secondo l’ordine cronologico di produzione.

Foto 1 - Giano bifronte, 1795
Foto 1 - Giano bifronte, 1795

Foto 1 - Giano bifronte, è l’opera più antica che ci sia giunta, del 1795 (il Muzio aveva 24 anni e il Canepa, suo primo maestro, era ancora in vita).

 Riportiamo la scritta in calce all’incisione: Auratas Ianus reserat dum Cardine portes, Late novos recreat candidiore dies. Hora iterum dulci fertur per inane susurio, Et flores avidis prodiga fundit agris. Quaque patet Celum pictis circumvolat Hora Vestibus, et vernas spargit ubique rosas. Discedunt glacialis Hyems, Boreasque, Notusque Et Zephiro fugiunt adveniente nives.[2]

Carolus Marattus pinxit [3] Mutius Emmanuel fecit 1795 

Alcuni dettagli dell’opera.

Foto 2 – Il ratto delle Sabine, 1798

Foto 2 – Il ratto delle Sabine, 1798
Foto 2 – Il ratto delle Sabine, 1798

La scritta apposta in calce dice:

Raptum Sabinarum

Petrus Beretinus Cortonensis invenit et pinxit [4] Emmanuel Mutius fecit 1798

Foto 3 – Il sacrificio di Polissena, sulla Tomba di Achille, 1798

Placet Achilleos mactata Polyxena manes. Ovid [5] 

Foto 3 – Il sacrificio di Polissena, 1798
Foto 3 – Il sacrificio di Polissena, 1798

Petrus Berettinus Cortonensis pinxit in Aedibus Dominorum de Sacchettis [6].

Ex Petri Aquila [7] Mutius Emmanuel 1798 30 augusti

Possiamo notare che l'opera, qui rappresentata, risulta speculare rispetto al dipinto originale di Pietro da Cortona, attualmente conservato ai Musei Capitolini a Roma.

Foto 4 – La Trasfigurazione, 1800

Foto 4 – La Trasfigurazione, 1800
Foto 4 – La Trasfigurazione, 1800

Raphael Sanctius Urbinas pinxit [8] Romae in aedibus divi Petri in Monte Aureo Ab Egiste Gallo[9] Nicolao Dorigny [10] Mutius Emmanuel vultriensis An: 1800: Junii

Et transfiguratus est ante eos. Et resplenduit facies eius sicut Sol. Mat... 

Et cum accederet, elisit illum demonium, et dissipavit. Luc...

Di questo quadro esiste un disegno quadrettato a contorno (utile in quanto ci indica la tecnica usata dall’artista per l’esecuzione delle sue opere) opera preparatoria, eseguita su carta velina filigranata recante stemma e firma PORRATA [11].

Foto 5 – L’Assunzione, 1800

Foto 5 - L'Assunzione, 1800
Foto 5 - L'Assunzione, 1800

Dimensioni: 54 x 39 cm

Ex celeberrima Guidi Reni[12] Tabula in Ecclesia Divi Ambrosi Genue - Mutius Emmanuel an: 1800 me Iulij

Foto 6 – Soggetto arcadico, 1804

Foto 6 – Soggetto arcadico, 1804
Foto 6 – Soggetto arcadico, 1804

Gaspar Poussin pinxit [13]. Emmanuel Mutius fecit An: 1804 xbris 

Foto 7 – Le Matin, 1806

Foto 7 – Le Matin, 1806
Foto 7 – Le Matin, 1806

Le Matin 

Peint par C.W.E.Dietricy [14]. Gravè par Henry Gutemberg [15] Tiré par Emmanuel Muzio, 1806 janvier

Foto 8 – L’Apollion de face, 1806

Foto 8 – L’Apollion de face, 1806
Foto 8 – L’Apollion de face, 1806

Emmanuelle Musso 1806 7bre Un’opera, rappresentante Apollo di fronte (ne esistono altri esempi con prospettive diverse): si tratta probabilmente di una serie di studi riferibili al periodo di appartenenza di Emanuele Muzio all’Accademia Ligustica.

Foto 9 – Estasi di S. Antonio, 1812

Foto 9 - Estasi di S. Antonio, 1812
Foto 9 - Estasi di S. Antonio, 1812

Da Ciro Ferri [16] inventore, e da C. Bloemaert [17] scoltore Romano Emmanuelle Muzio in Voltri 1812 in Febbrajo

Foto 10 – Tempietto con scena di sacrificio (?). Un’opera a carattere storico-mitologico rappresentante una scena di sacrificio, non databile con sicurezza, in quanto non sono riportate in calce né annotazioni né firma, ma da certi caratteri di somiglianza stilistica attribuibile allo stesso periodo del Sacrificio di Polissena (1798) e forse tratta da opera pittorica dello stesso autore Pietro da Cortona.

Foto 10 – Tempietto con scena di sacrificio
Foto 10 – Tempietto con scena di sacrificio

Con il 1812 non abbiamo più opere sicuramente datate, ma certamente la attività di Emanuele Muzio proseguì ancora negli anni, dal momento che, il passaggio all’altra vita avvenne, come già riferito, intorno agli anni 60 dell’ottocento quando era prossimo ai novanta anni. Di lui ormai anziano esiste anche una ripresa fotografica del fotografo Scotto.

Ringraziamenti

Desideriamo sentitamente ringraziare Ada, Francesco e Giovanna Aicardi che ci hanno cortesemente concesso di utilizzare il manoscritto del loro Padre, il pittore Giorgio Matteo Aicardi, concernente il giudizio critico su Emanuele Muzio; la Dottoressa Giovanna Terminiello per l’incoraggiamento e gli utili suggerimenti; la Dottoressa Pensa della Biblioteca Berio, Sezione di Conservazione, per le preziose indicazioni fornite durante la ricerca di archivio.

Le fotografie delle opere sono state eseguite da Enrico Franceschi e da Junyang Li.


[1] Osservazione fatta dalla Dott.G.Terminiello Rotondi

[2] Mentre Giano apre sul loro cardine le porte dorate, Per ogni dove ricrea nuovi giorni in modo più luminoso. Di nuovo l’Ora è portata attraverso un dolce tenue sussurro, E generosa sparge fiori agli avidi campi. E per lei si apre il cielo per l’Ora che vola intorno con le vesti variopinte, e sparge ovunque rose primaverili. Si allontanano il glaciale Verno e Borea e Noto e le nevi fuggono all’avvicinarsi di Zefiro

[3] Carlo Maratta o Maratti, pittore (1625-1713) nato a Camerino (Marche). Eseguì moltissimi quadri nelle Chiese di Roma, affreschi nella Villa Falconieri a Frascati, ritratti. Fu allievo di Andrea Sacchi. È inoltre considerato uno dei primi restauratori di opere pittoriche.

[4] Pietro Berettini da Cortona, pittore tra i più famosi del periodo barocco (1596-1669). Affrescò cinque sale del Palazzo Pitti a Firenze, il salone del Palazzo Barberini e molte Chiese di Roma. Numerosissimi suoi quadri sono sparsi in Chiese e Gallerie italiane. Il Ratto delle Sabine è dipinto per Marcello Sacchetti dopo il 1626 e prima del 1631.

[5] [Il sacrifizio di Polissena è gradito all’anima di Achille] verso di Ovidio riportato nel libro Regia Parnassi alla voce Polyxena, pag. 545.

[6] Lo stesso pittore citato nell’opera precedente; in questo caso è fornita l’indicazione di dove l’affresco è stato eseguito, nel Palazzo Sacchetti a Roma (via Giulia, 66). Quest’opera è stata dipinta per Marcello Sacchetti prima del 1624 contemporaneamente al Trionfo di Bacco.

[7] Pietro Aquila, nato a Marsala (1650-1700 circa), pittore ed incisore di stampe raffiguranti i capolavori delle Gallerie italiane, fra cui le Logge del Vaticano e la Cupola del Lanfranco.

[8] Raffaello Sanzio (1483-1520). Il quadro è conservato oggi nella Pinacoteca Vaticana.

[9] Egiste Gal, incisore francese

[10] Nicolas Dorigny, pittore di argomenti storici, incisore e disegnatore, nato a Parigi nel 1652 e morto il 1° dicembre 1746. Carlo II lo incaricò di riprodurre in incisione tutti i Cartoni di Raffaello conservati ad Hampton Court; lavorò a questa impresa 15 anni.

[11] I fratelli Porrata avevano 2 cartiere sul Leira (loc. Campogennaro); quella in alto era la più vasta di Voltri.

[12] Guido Reni (1575-1642), a Genova operò nel 1630.

[13] Gaspard Duguet o Dughet detto Poussin (1613-1675), visse a Roma e fu uno dei più operosi artisti del XVII secolo. Pittore decorativo ha affrescato con paesaggi, ad esempio, il Palazzo Colonna e la Chiesa di S. Martino ai Monti a Roma.

[14] Cristiano Guglielmo Dietrich, pittore ed incisore tedesco (1712-1774), nato a Weimar. Più che per le sue opere, numerose a Dresda e a Vienna, è ricordato per l’attività di insegnante all’Accademia di Dresda e di direttore della fabbrica di porcellane di Meissen.

[15] Heinrich Guttenberg, incisore tedesco nato a Word nel 1749 e morto a Norimberga nel 1818. Lavorò a Parigi. Fu in Italia e si fermò anche a Genova; in questa occasione probabilmente incontrò il nostro Artista. Due suoi allievi fondarono una scuola di incisione a Norimberga.

[16] Ciro Ferri, pittore romano (1634-1689), allievo di Pietro di Cortona. Tra le sue opere maggiori gli affreschi in S. Maria Maggiore di Bergamo e la decorazione di S. Agnese a Roma.

[17] Cornelio Bloemaert (1603-1680) incisore in rame e scultore, figlio del pittore fiammingo Abramo Bloemaert.

Martedì 8 dicembre 2020

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