P. Luigi Kerschbamer missionario: le Lettere. 21. Condivisione tra confratelli e amici

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P. Luigi Kerschbamer missionario: le Lettere
21. Condivisione tra confratelli e amici

Non è mia abitudine correre a centoventi-centotrenta chilometri all'ora sulle tortuose strade brasiliane, almeno nella regione del Sud, dove l'asfalto lascia molto a desiderare. Ma la mia Elba, un modello familiare della Fiat, risponde proprio bene

di Gutti Carpineti

Festeggiamento sacerdotale
Festeggiamento sacerdotale

CONDIVISIONE TRA CONFRATELLI E AMICI

«La fede è fondamento delle cose che si sperano e 

prova di quelle che non si vedono» (Ebrei 11,1)

Non è mia abitudine correre a centoventi-centotrenta chilometri all'ora sulle tortuose strade brasiliane, almeno nella regione del Sud, dove l'asfalto lascia molto a desiderare. Ma la macchina Elba, un modello familiare della Fiat, risponde proprio bene e, in questo mio viaggio di fine set­timana, tra andata e ritorno mi sto già avvicinando ai quattrocento chilometri. Avendo fatto il pieno di alcool, che normalmente rende solo metà della benzina, all'inizio del viaggio, calcolo che potrò fare tranquillamente ancora una cinquantina di chilometri. È solo una piccola soddisfazione, ma quando il cuore è in festa, anche le piccole cose diventano piacevoli e servono per aumentare la gioia. Il mio cuore è pieno di gratitudine in questo viaggio di ritorno di domenica sera. La preghiera è la mia unica compagna; mi accorgo che ad ogni chilometro riesco a dire con calma un'Ave Maria e riesco così a completare tranquillamente i quindici misteri del Rosario. 

Sono di ritorno da Ampére, dove sono stato a sostituire i miei confratelli che si sono riuniti tutti a Bom Jardim, per festeggiare le nozze d'oro sacerdotali di uno dei pionieri che fondarono la missione degli Agostiniani Scalzi in Brasile: P. Francesco Spoto. Partito ieri mattina, ho approfittato per dare un passaggio ai chierici, che hanno terminato la loro preparazione immediata alla professione solenne, i quali trascorreranno in questo mese un periodo di tempo in famiglia.

Ad Ampére il lavoro che mi aspettava era vario. In una cappella, lontana una ventina di Km dalla parrocchia, ero atteso per un matrimonio, ma non mi preoccupavo affatto del ritardo, poiché, con la pioggia e gli ultimi chilometri di strada non asfaltata, si corrono forti rischi. Per il pranzo ero ospite della famiglia di uno dei nostri chierici teologi: visita obbligatoria, perché il papà, ormai da quattro anni, stava facendo una cura contro il cancro, grazie al Signore con risultati positivi; mentre la mamma, si trovava in un momento piuttosto delicato per la stessa malattia che era comparsa da un anno: la nostra fiducia nel Signore non ha limiti!

Mi aspettavano poi una ventina di battesimi, un altro matrimonio e la celebrazione di due messe vespertine. Tutto procedeva con ordine e semplicità. Finalmente, alle ore ventidue, tempo per la preghiera personale e riposo. 

Venerdì 9 aprile 2021

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